Ummmmm...
ipnotizzata e impaurita dall'
arbitrio da dio pagano all'opera, l'irraggiungibile
Lui, Giorgio Strehler .....no,
non riuscivo a seguire i suoi giochi, non posso essere utile come
testimonianza di alcunchè.
Questo
posso dire: non ci può essere
creazione in setting di regia nella lirica, almeno in Italia.
Alle
prove in lirica ci si occupa soprattutto di applicazione di norme
sindacali.
Sì
questo mi ricordo, che lui, abituato ad avere tutto il giocattolo a
disposizione, assolutamente
si rifiutava di sottostare ad altrui regole, quindi
era sempre nel foyer per protesta.
Alché, gli assistenti, visto che si era nell' "orario di
regia", - probabilmente poche ore al giorno, del tempo
dell'allestimento - mandavano
sul palco noi, i giovani allievi della scuola, per
ripassare la scena "giovinetti leggeri di testa".
-....IL
PALCOSCENICO DELLA SCALA........!!!!
Dimensioni, profondità storica, pesantezza istituzionale....una
graticcia infinitamente lontana, un sipario vivo di vita propria che
può spazzarti via e ucciderti... - le
comparse della Scala: metri e metri in profondità più lontani dal
mistero del rituale (le
comparse stazionano sullo sfondo), si
consultano da un capo all'altro della scena, urlandosi aggiornamenti
di normative di categoria, facendo
colare la cera dei candelabri traballanti 'mbriachi, tra
i cantanti, qualcuno ci sta al teatro, gli
altri vogliono solo fare suono...
-
e il MMaestro, per non
incazzarsi, torna in foyer, o in bagno a tirare coca -.
Ma
era tanti anni fa, ora è
diverso, i cantanti si sono abituati ai registi, e sono tutti più
magri. l'esercente
del bar interno, una
sorta di bar aziendale, è
come una vecchia nutrice -memoria
e rimpianti -, depositaria
dei segreti più inconfessati di divinità di passate stagioni, te
li confida tutti prima che sia sceso il caffè, questa
flaccida, pallida, trascurata balia (con
baffi e parrucchino, però), centrifugati per le allieve della
scuola di danza -
anche loro, tutta gente che vive lì...
Paninazzi
belli imbottiti per i
cantanti, che sempre temono il calo d'energia… mi
sono persa molte volte nei corridoi interni della Scala, l'istituzione
scava i suoi incoerenti percorsi.
Poi
mi ricordo che non si parlava
d'altro che del prezzo esorbitante del pavimento della scena -
di Damiani, storico scenografo del Piccolo Teatro -, una
roba che sembrava ossidiana, su
cui, il giorno della prima, un mimo scivolò proprio all'apertura
del sipario, e rimase in terra per tutta la scena, non sapendo cosa
fare.
Chissà
a chi deve aver dato il culo, quello li, per poter lavorare ancora.
Sara
Alzetta è un'attrice. Si
è diplomata alla Scuola Europea del "Piccolo Teatro" di
Milano diretta da Giorgio Strehler, Con la regia di Strehler ha
recitato in "Arlecchino servo di due padroni" di Goldoni,
in "Faust. Frammenti" di Goethe e in "Tre
sorelle" di Cecov.