"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003


 


 

1. La trama, l'intrigo

La seduzione è lenta, la voglia tanta: Don Giovanni è il contrario di tante cose, per esempio dei libertini cerebrali alla Valmont che godono solo di conquiste difficili. Il rasoio di Don Giovanni falcia invece tutti i passaggi intermedi e salva il nocciolo: un sesso plurimo e orgiastico, il più possibile fatuo, leggero, istantaneo. 

Strategia del cuculo: per farsi le donne, Don Giovanni si traveste prendendo i  panni degli uomini che esse desiderano già. Oppure promette di sposarle, il che a pensarci è un altro travestimento. 

Elogio della fuga: scappare sempre e comunque! Se proprio non si può, dare la colpa dei misfatti al servo Leporello, complice e vittima sua in tutto e per  tutto. 

 

Fuggendo da Donna Anna, Don Giovanni incappa nel Commendatore,  padre di lei, che gl’impone subito un duello. Don Giovanni, che non conosce né astinenza né viltà, sia pur riottoso, lo uccide.

Da allora, non sa che la sua corsa è inseguita dalla vendetta dell’orfana e  del suo flebile fidanzato; e non sa - o non cura - il desiderio analogo, sebben più triste, di Donna Elvira: dama che, sapendo di lui tutto, pur sempre lo ama.

 

Questa nube nera di rancore come un’ombra si ostina d'ora in poi a seguirlo, ingrossandosi a temporale, coinvolgendo e inglobando perfino due contadini promessi sposi: odio interclassista che s’oppone alla voglia d'amore universale del reprobo... 

 

Tutti dunque a caccia di Don Giovanni!, che però sfugge ad ogni trappola meglio d'un fantasma. E sarà un fantasma - la statua funebre del Commendatore - a raggiungerlo a cena e a spalancargli l'Inferno sotto i piedi per  mostrargli cosa l'attende se non si pente: ma Don Giovanni non conosce né astinenza né viltà.  

 

 

               

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