La
seduzione è lenta, la voglia tanta: Don
Giovanni è il contrario di tante cose, per esempio dei libertini
cerebrali alla Valmont che godono solo di conquiste difficili. Il
rasoio di Don Giovanni falcia invece tutti i passaggi intermedi e
salva il nocciolo: un sesso plurimo e orgiastico, il più possibile fatuo,
leggero, istantaneo.
Strategia
del cuculo: per farsi le donne, Don Giovanni si traveste prendendo i
panni degli uomini che esse desiderano già. Oppure promette di
sposarle, il che a pensarci è un altro travestimento.
Elogio
della fuga: scappare sempre e comunque! Se proprio non si può, dare
la colpa dei misfatti al servo Leporello, complice e vittima sua in
tutto e per tutto.
Fuggendo
da Donna Anna, Don Giovanni incappa nel Commendatore,
padre di lei, che gl’impone subito un duello. Don Giovanni,
che non conosce né astinenza né viltà, sia pur riottoso, lo uccide.
Da
allora, non sa che la sua corsa è inseguita dalla vendetta
dell’orfana e del suo
flebile fidanzato; e non sa - o non cura - il desiderio analogo,
sebben più triste, di Donna Elvira: dama che, sapendo di lui tutto,
pur sempre lo ama.
Questa
nube nera di rancore come un’ombra si ostina d'ora in poi a
seguirlo, ingrossandosi a temporale, coinvolgendo e inglobando perfino due contadini promessi
sposi: odio
interclassista che s’oppone alla voglia d'amore universale del
reprobo...
Tutti
dunque a caccia di Don Giovanni!, che però sfugge ad ogni trappola
meglio d'un fantasma. E
sarà un fantasma - la statua funebre del Commendatore - a
raggiungerlo a cena e a spalancargli l'Inferno sotto i piedi per
mostrargli cosa l'attende se non si pente: ma
Don Giovanni non conosce né astinenza né viltà.