‘…
Mais ni saint Mathieu, ni saint Marc ne s’etendent sur le charmes délirants,
sur les actives dépravations de la danceuse…’ così Huysmans che,
invece, di fronzoli possibilmente morbosi amava incastonare le sue
pagine. Come in un sogno Des
Esseintes ridipinge con la penna la donna fatale del quadro di Moreau.
La descrizione dei seni ondeggianti stuzzicati da collane vorticanti
sul madore della giovane pelle ‘piegano la volontà di un re’.
Qualche
anno più tardi, introdotta dalle illustrazioni eccitanti di Breadsley
tocca alla Salomé di Wilde esibirsi e nascondersi tra i sette veli.
Questa Salomé, spudoratissima, tenta il Battista e, come ad aver
deglutito il demonio, lo tenta tre volte. Il grido di Giovanni
:’Vade retro! Figlia di Babilonia! Con la donna piovve il male nel
mondo’ segna il nodo inscioglibile
che strozza la sensualità femminile dai tempi dei tempi. La donna
sfida Dio e tenta l’uomo giusto che ha capelli come ‘corona di
spine’ , preludio di passione. L’indiavolata, rifiutata tre volte,
si aggira tra spruzzi di biancore e tenebra come una Lady Macbeth
lussuriosa e vampiresca. Al biancore (whiteness) ed all’oscurità
(blackness) si aggiunge, nella terza tentazione, il rosso (vermilion),
colore che non poteva mancare sulle labbra di Salomé. Labbra che si
sazieranno solo dopo la promessa di un bacio al profeta disarmato
dalla morte.