Se
il mercato editoriale ha un senso (per Stendhal, “No!”),
pare che alla categoria ormai ridondante del “manager”
corrisponda una pletora di deficienti. Esiste infatti una quantità
preoccupante di libri specificatamente a loro dedicati, il cui
carattere costante è di essere dei bignami che, con parole povere e
sintassi da telegramma, spiegano il “Principe” di Machiavelli,
“L’arte della guerra” di Sun Tzu, il Buddismo, il Tao,
Shakespeare, Clausewitz, (una fissa questa per la guerra!), il
Vangelo, perfino il Kamasutra!… Esiste ormai tutt’un genere
riconoscibile dal sottotititolo
“spiegato ai manager”…
Eppure
si tratta della riscrittura di libri e libercoli tutto sommato di
per sé agevoli, che già in ogni scuola per adolescenti dispersi
tra brufoli bionici e ormonali SMS, si danno da leggere da soli…
Possibile
che sia tanto più semplice mandare a remengo la Fiat, truccare i
bilanci della Fininvest, infrattarsi in ispidi paradisi fiscali,
ciurlare nel manico dall’abisso del 187 della Telecom, infilarsi
nelle procedure penali e civili pur così bizantine delle nostre
matrioske giurisperite?
Tant’è…
Ed ecco perché non verrà mai scritto un
“L’Amore di Stendhal spiegato ai manager”. Perché per
la ricetta mancano proprio gli ingredienti base: i manager sono tipi
che non si potranno
innamorare mai. Al massimo, ma questa è la "vanità", potrebbero
trovar comodo e gratificante credere di esserlo (è sempre un po’
deprimente scivolare avanti in una vita senza romanzo). Ma per una
cosa seria, dirompente, ossessionante, pericolosa, dolorosa, insomma
per un Amore vero, tanto per cominciare, non avrebbero proprio il
tempo.
Dovrebbero
dimettersi. Aprire una cartoleria in un paese di poche anime non
troppo inclini alla scrittura e allora forse sì. Intanto, non
avendo neppure il gusto dell’ozio, del tempo vuoto, del silenzio
dell’anima, del vuoto – solo lì l’amore fiorisce -, si
accontentino, per la rappresentanza, di mogli forbite e per il lato
selvaggio del sesso precotto del superbordello virtual-reale offerto
dal nostro capitalismo non avanzato ma avanzatissimo… Stendhal la
vedeva bene la marea montante dei bottegai, dei tecnocrati, dei
provinciali assetati di capitali e capitale: con le loro filosofie,
le loro morali, i loro “amori”…