Di
Fra Mauro, del quale si sa che morì nel 1549 in tarda età, è noto come, nel
Convento di San Michele in Isola, avesse una specie di laboratorio cartografico
e l'aiuto di valenti collaboratori.
Da
quel luogo sono usciti, oltre al mirabolante mappamondo, anche una carta
cosmografica commissionatagli direttamente da re del Portogallo Alfonso V, e
un'altra magnifica opera oggi conservata nella biblioteca apostolica vaticana.
Tuttavia, di come potesse il religioso disegnare le sue carte senza aver mai
viaggiato è ancor oggi una storia coperta dalle nebbie del mistero. La cronaca
spiega come le tracciasse attraverso i sogni, e non tanto i suoi quanto quelli
del diavolo.
Il
frate aveva infatti la straordinaria facoltà di concentrare i sogni di Lucifero
sopra l'isola proiettandoli poi sulle nuvole, quando il cielo era
particolarmente nuvoloso.
Dalle
creazioni del diavolo, si sa che spesso, nella storia del mondo, esse sono
sfuggite al controllo del loro stesso creatore. E così è stato anche per i suoi
sogni, che nel corso delle notti medievali hanno spesso imperversato nei cieli,
spaventando i mortali e indicando le vie del sabba a torme di streghe,
larve e lamie. Fra Mauro aveva scoperto la maniera di imbrigliarli e di
conoscere
attraverso di essi i confini di mondi a
quel tempo pressoché sconosciuti.