Per le
        strade, frotte di acerbi
        nottambuli inumiditi nei loro entusiasmi, incapaci di tornare a casa
        senza una guida; costretti dunque al centro, a rimanere al centro,
        viverlo nella sua stessa ruvida interezza: insonnia, addiaccio:
        punizione ultima  per
        essersi fatti  attirare dai solluccheri lestofantini della Notte Bianca (a
        Parigi i festaioli delusi si vendicarono accoltellando il sindaco, a
        Roma non son riusciti a smazzargli i doppioni di figurine).
        
Comunque,
        dappertutto Giovinastri,  orfani
        d'ogni promessa di trasporto pubblico, derubati 
        persino delle puzze rassicuranti della metropolitana, ridotti al
        bivacco negli androni scassinati, sui tram paralizzati -scheletrici
        mammut - al centro dei viali...  
        io ero lì, livido e infradiciato, ero lì che provavo a tornare
        a casa a piedi, zoppicando e pozzangherando senza tregua, 
        il fuoco di un accendino mia unica fockel... che notte
        meravigliosa... sono riuscito ad assistere a scene da ultimi giorni di
        Pompei...   portenti di
        euforie ghiacciate in un calamitoso temporale...
        
 
        
(In via della
        Scrofa, l'epilogo irreale: mi scontro con un ragazzo
        calzato a forza in canottiera inquietante: mi chiede "san giovanni
        ndddo sta?" io gli indico un punto lontano lontano, tra le
        Pleidai.).