"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna   

 

Per Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart:


 

 

 

 

17.Christian Dietrich Grabbe

 


Lisetta: conte Leporello…

Don Giovanni:. Eh… cosa sento? Dove salta fuori codesto titolo nobiliare?

Leporello: Sì, Signore, Io, quando amo, sono  sempre conte

 

Poi, con Grabbe, quel fusto di Don Giovanni si Infaustò. 

Anzi, a dire il vero è Faust che si insinua nei panni del Cavaliere “Sade-ttore”… e altro che “mi annoio!” qui si fa “all’amore”, Donn’Anna vittima prescelta (e ancora una volta moglie, non figlia del Commendatore…”basta che sia marito”sussurrerebbe Leporello)

E quanti turbini e saette in quelle notti di tregenda… ma nemmeno un Cicero davanti al Sepolcro degli Scipioni! ché saremo pure in Alessandro Verri, ma solo maghi affamati e rabbiosi si agitano vagando per le strade dell’Eterna… Paganesimo e magia, Clelia e il governo dei preti, un pizzico di Salvator Rosa… il tutto annegato nei coni d’ombra di San Pietro, sormontato per l’occasione ”da un grappolo di stelle”… È dunque soltanto nella città che “in una scheggia di tempo…riassume il senso del passato” che può avvenire l’incontro tra i due miti per eccellenza…del resto, si sa, le rovine, il sublime, l‘odi sull’urna greca, Bachofen, Trista è così de' morti la campagna/ Allor che Young fra l'ombre de la notte/ Sul fato di Narcisa egro si lagna… e quanti slanci verso l’Assoluto!…anche se poi – è Don Giovanni stesso ad avvertirci “non nominare la meta; elimina questa parola anche se mi struggo per raggiungerla… il concetto che esprime è maledetto: la meta coincide con la morte. Beato chi lotta per sempre, chi in eterno si tiene la sua fame!”

“Libertino” dunque, e nel senso autentico del termine, perfetto philosophe… che carriera prorompente per il nostro Cavalier Servente! E che singolare intreccio di destini, e che ribaltamento di caratteri si sciolgono, poi, sulla scena! Un Faust inedito, non ancora mago, si fa rapire dalla bellezza di uno sguardo “che saetta il fuoco e la piazza”, e accorre, poi, ai piedi della Gonnella a ogni stormire di frou frou… Don Giovanni, invece, libero pensatore, s’abbandona sempre più spesso a catastrofici sillogismi dell’amarezza… e lo stesso Leporello ne rimane sbalordito, lui che “in piccolo” segue passo passo le orme briccone del  suo caro Signor Padrone…

Sarà l’età dell’Ansia che s’approssima… chissà…


 

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