A
parte la metamorfosi di un ladro in serpente nell’Inferno di
Dante, le metamorfosi libresche raccontano il degradarsi dell’uomo
in piante o animali, non il contrario. In Una relazione per una
Accademia del 1917, c’è invece una trasformazione, non per
magia arcana ma per puro ostinarsi nell’imitazione degli uomini
(“Era così facile imitarli!”) di una scimmia, che, catturata
nella sua selva, non ha altra strada per sfuggire allo zoo.
Altra
singolare coincidenza con Dante, che racconta il mutarsi di un uomo in
serpe mentre fissa una serpe che si muta in uomo, è che la
metamorfosi della scimmia in uomo espone al rischio di una metamorfosi
dei suoi maestri umani in scimmia:
Ed
imparai, signori miei. Oh, s’impara quando si deve imparare
s’impara quando si vuol trovare una via d’uscita; s’impara
disperatamente. Si sorveglia noi stessi con la frusta; ci si lacera le
carni alla minima resistenza. La mia natura di scimmia uscì da me,
fuggendo in corsa frenetica, con una capriola, tanto che il mio primo
maestro divenne egli stesso quasi una scimmia e dovette abbandonare
presto l’insegnamento per essere ricoverato in una casa di salute.
Fortunatamente ne uscì poco tempo dopo.
Consumai
però
molti maestri, alcuni perfino contemporaneamente…