"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Per i racconti di Kafka:

 

5. Dostoevslij

 

 

E. Boullée, Progetto per il cenotafio di Newton

 

“Con Kafka un fenomeno invade la scena: la commistione. Non c’è angolo sordido che non si lasci trattare come metafisica. E non c’è metafisica che non si lasci trattare come un angolo sordido. Questo non è dovuto a un’inclinazione personale dello scrittore. E’ un dato di fatto. Già Svidrigajlov, in Delitto e castigo, aveva osservato che per lui l’eternità si presentava come una stanza da bagno piena di ragnatele. Questa è una peculiarità dei tempi, un loro contrassegno” (R. CALASSO, K).

 

“Il sacro degradato ha i suoi edifici privilegiati, dei quali abita i solai. Sono gli stessi edifici dove mezzo secolo prima era apparso il più famoso eroe di Dostoevskij. Quando Raskol’nikov viene chiamato all’ufficio di polizia, al quarto piano di una casa nuova, scende nel “sottosuolo” del mondo. Le scale sono strette, ripide, sudice, bagnate di acqua sporca e piene di gusci vuoti: tutte le cucine di tutti gli appartamenti di tutti i quattro piani danno sulle scale, rimanendo aperte quasi tutto il giorno e diffondendo la loro aria soffocante; e anche nelle minuscole stanze dell’ufficio di polizia c’è un’afa terribile, l’aria è piena di odore di cattiva vernice, fatta con olio di lino rancido. Qui Raskol’nikov sviene.

Scrivendo Il processo, Kafka ha reso un lieve omaggio al suo grande maestro: identificando gli uffici di polizia di Delitto e castigo, dove regna Porfirij Petrovic, il buffonesco giudice del “sottosuolo”, con la prima sede del Tribunale, come a significare che anche lui era sceso nel “sottosuolo” di Dio. La prima casa del Tribunale è alta, grigia, abitata da gente povera: l’androne è pieno di furgoni chiusi: tre ingressi portano ad altrettante scale; per la scala, dove sale Josef K., le porte degli appartamenti sono aperte, e nelle piccole stanze-cucine, donne tengono in braccio lattanti e lavorano ai fornelli, ragazze seminude corrono indaffarate.” (P. CITATI, Kafka).

 

“Raskol’nikov non riesce a sopportare il peso della sua colpevolezza e, per trovare la pace, accetta volontariamente la punizione. E’ la ben nota situazione della colpa che cerca il castigo.

In Kafka, questa logica è capovolta. Colui che è punito non conosce la causa della punizione. L’assurdità del castigo è talmente insopportabile che, per trovare la pace, l’accusato vuole trovare una giustificazione alla pena che gli viene inflitta: il castigo cerca la colpa.” (M. KUNDERA, L’arte del romanzo).

 

(Un Dostoevskij straordinariamente reinventato è al centro della sesta lettera a Milena).

 

 

 

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