Rousseau
racconta che la presunta verità della legge è fondata sulla prima
grande menzogna ab origine, secondo
cui un nostro antico progenitore disse: «questo è mio». Sulle
menzogne del possesso vengono così fondate le verità delle norme.
E´ proprio sulla teoria della necessità della Norma che Josef K.,
definendola come “malinconica”, osserva: «la bugia diviene così
una regola del mondo, Die Lüge wird zur Weltordnung
gemacht» e con queste parole
si avvicina, pericolosamente per lui, alla verità della Norma. Di
fronte ad un´accusa solo dichiarata ma non formalizzata (lo stesso
ispettore afferma di sé e dei suoi sgherri: «Questi signori ed io
stesso siamo cosa del tutto secondaria per ciò che riguarda il suo
affare, anzi non ne sappiamo quasi nulla, Diese Herren
hier und ich sind für Ihre Angelegenheit vollständig nebensächlich,
ja wir wissen sogar von ihr fast nichts»),
Josef K. si trova coinvolto ad indagare sulle ragioni della stessa
legge e non su quelle della particolare accusa a suo carico, che non
verrà mai espressamente formalizzata, verbalizzata o
analizzata.
Si
parla dell’accusa a carico di K. solo per accenni, metafore,
sussurri. Egli diventa parte, rotella, di questo enorme gioco e, in
tale colossale finzione, si trova ad indagare sulle ragioni e sul
fondamento della legge. Quello che trova, nella sua ricerca, è una
sala sporca e vuota dove, al posto dei libri della legge, ci sono
soltanto dei volumi osceni copertinati da codici legali. Dietro la
rilegatura si celano solo immagini sconce, non il diritto.
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