"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003

Racconti di Kafka

2.  Capire la legge

di  Sergio Caldarella


 

Il commerciante Block, che non cerca di capire ma vuole solo vivere, tenta di conoscere il verdetto che lo riguarda con il solo fine di apprendere se potrà continuare a vivere o no: la sua incoscienza (Unwissenheit) è maggiore della sua coscienza (Wissenheit) e questo lo salva. 

 

Block non intrattiene alcun confronto dialettico con l'avvocato, ma ne è succube ed è, a suo avviso, questa remissività di fronte all'avvocato, uno dei sacerdoti della legge, che lo rende meno colpevole, docile sotto la mano del potere. Il suo arrendersi di fronte al potere della legge, e dell'avvocato che la rappresenta, è una forma di espiazione. L'accusa diventa allora una sorta di prova e il tentativo di andare a fondo alle ragioni dell’accusa, così come fa K., la volontà di comprendere, è la prova, evidente e definitiva, della colpa che, se in un primo tempo non poteva essere esplicitamente formalizzata, diventa, in seguito, così evidente da non richiedere più alcuna spiegazione. 

 

Chi tenta di capire è già colpevole ed è forse per questo che Il Processo è incompleto: il senso della narrazione emerge proprio dal suo svolgimento e l'incompletezza del libro fa tutt'uno con l'incompletezza dell'accusa. Non è il tribunale a formalizzare l'accusa di Josef K. ma lui stesso, sono le sue parole-azioni che lo condanneranno. Ciò che è sacrilego per il grande orologio del potere è che qualcuno tenti di capirne il meccanismo. In questo Josef K. è molto simile al protagonista di 1984 o, rispettando la cronologia, viceversa.

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