K.
é davvero il più secco, tagliente, descrittore di scene piccanti...
e soprattutto perché ne cava fuori tutto il Grottesco in cui
affogano; la Parodia che è la faccia dionisiaca del Senso Tragico.
Il
Grottesco, che è spesso Comico – il freddo inatteso di una lama di
metallo – il Grottesco del "non mi piace il bailamme del sex:
troppa confusione, troppo disordine!"
K.
scuote per quella perizia tecnica sui dettagli, sulla effettiva
posizione delle braccia, dei cuscini, dei corpi.... Penso quel passo
magistrale del Fuochista; vi si descrive l'incontro
“iniziazione” tra K(arl) -del tutto disinteressato, inebetito- e
la cuoca scollacciata, lei che sfaccenda “tra smorfie e sospiri”
vogliosa di darsi.
La
scena è raccontata come in una didascalia da perito tecnico: una
pianta in scala che ridisegni la disposizione dei mobili di una
stanza. K é meticoloso, millimetrico, "un impiegato della
Previdenza che esamini un contratto".
“Gli
si butto al collo stringendolo sino a soffocarlo, e intanto lo pregava
di spogliarla, ma in realtà fu lei a spogliare lui e farlo sdraiare
nel proprio letto […] Karl, sei tu, Karl sei mio!”, e si prosegue
con tutto un frugare “disgustoso” sopra e sotto: lei lo prese di
qua, lo sbatté di là, “gli auscultò il cuore”; e Karl sempre
impassibile, frastornato, “a disagio in quel caldo mucchio di
coperte e cuscini”, le gambe anchilosate e formicolanti, dov’è il
mio braccio? Qui c’è un piede in più!
Davvero
esilarante, perché con effetto a contrasto si associano genialmente
l'agghiacciante e il ridicolo.