"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2,  gennaio 2003

 

 La posta del cuore del compagno segreto

a cura di Pasqualìa Aspidi


 

 

Un fil di Zefira tra labirinti virtuali e reali

 

Gentile Pasqualìa,

da qualche tempo mi ritrovo intrappolata nella rete e mi dibatto senza alcun risultato se non quello di riscoprirmi sempre più soffocata dalla complessa matassa.

Capitata per caso durante uno dei miei vischiosi  voli nel raffinatissimo sito del “compagno segreto”, (ah, quei Turner!), con grande stupore e divertimento ho visto la sua  posta del cuore, così ho deciso subito di scriverle perché, appunto, il mio è un problema di cuore nato proprio “qui”, nel mondo virtuale.

Due anni fa un collega di lavoro mi illuminò riguardo internet e le chat.

Affascinata, convinsi immantinente marito e figli che internet fosse necessario anche a casa e così cominciai ad “attrezzarmi”.

Divenni ben presto una chat-dipendente, ma non svolazzo e vengo al punto:  dopo poco tempo mi ritrovai perdutamente innamorata di una persona che fece esplodere lo schermo del mio PC in una notte di mezza estate.

Innamorata come una quattordicenne (ho appena compiuto 39 anni), passai settimane a collegarmi di nascosto (anche al lavoro mannaggia!),  a nascondere le tracce nel PC di casa; diventai lesta come  un felino a buttar giù “finestre” al primo scricchiolio sospetto con  il cuore in tumulto e i sensi tutti all’erta.

Fiumi di e-mail e poi fiumi di telefonate al cellulare. E poi?


Sfidando la mia vita così regolare e di routine, tra lavoro, casa, figli e marito (la mia grande passione, la Pittura, abbandonata), ma sì, il maritouff così preso dalle sue maledette tubature e impianti di irrigazione e che ne so, visto che ho da tempo rinunciato a capire i problemi di quella che io chiamo la sua “ingegneria incivile”, come lui non ha mai badato ai  miei bisogni di creatività), così, dopo peripezie inimmaginabili  (io e l’innamorato abitiamo quasi agli antipodi), l’allampanata signora  scese dal treno dopo una notte insonne e lì, in quella meravigliosa cittadina del centro Italia, tutti i suoi dubbi sui sette sensi capitali svanirono nel tempo liquido e nel sole che sfolgorava sulle candide lenzuola.

E poi il languore, il pianto, l’attesa, l’assenza, i mille e ancora mille sotterfugi per potersi incontrare e tutto quel che ne consegue. 

Discorsi da parte dell’innamorato di separarsi dalla moglie, i miei sensi di colpa per tutti quanti etc.

Dolore atroce. 

Mesi allucinanti.


Tutto divenne insopportabile, così raccolsi tutto il coraggio e dissi  a mio marito che volevo separarmi.  

Cadde dalle nuvole, lui, l’ingegnere, che pensava di aver calcolato così perfettamente la vita sua e altrui. 

Poi, dopo aver come il solito, razionalizzato (ovviamente il “mio stato”, perché lui è uomo, padre e marito perfetto!), dopo che i libri di psicanalisi si accumulavano sul suo comodino (per capire me, ovviamente e che libri! Depressione e menopausa, uno dei tanti!), se ne venne fuori con discorsi che riguardavano soprattutto il mio utero inquieto e desideroso di ultimi fuochi d’artificio… 

Poi… tragedia, vendette, insulti, umiliazioni, minacce. 

Rischiai quasi di perdere il mio posto di lavoro. (Per il “mio bene” si era premurato di parlare col mio capo e qualche mio collega!) 

Quanto astio, quanta rabbia!

Salterò il discorso sui miei figli, che rispetto e amo. 

 E poi?


Una notte per una stranissima e casuale coincidenza, (sembra impossibile ma il mondo del web è forse ancora più piccolo del mondo reale), venni a sapere che il caro signore dei miei sogni si dilettava non solo con me, ma passava da una all’altra delle sue conoscenze cyber-chattanti e in seguito da una mail che riuscii ad aprire solo grazie alla forza dell’intuito disperato, sentendomi allo stesso tempo una spiona schifosa, lessi che aveva avuto un appuntamento galante con una delle  fiamme del momento proprio lì, nella meravigliosa cittadina! E che cinguettii melensi e insopportabili, mannaggia a lui! 

Nonostante questo, continuo ad essere innamorata. 

Sono una donna finita, sono drogata, preda e predatrice di bassezze. Da allora passo il mio tempo a cercarlo nelle chat,  nei sottofondi del web, perfino nelle stanze più sordide, quelle delle chat porno.Cerco di indovinare i suoi nick, ho imparato tutti i trucchi per scovarlo, sniffa IP, cerca password, doppi programmi, ho dovuto sostituire uno degli hard disk perché infestato dai virus a forza di cercare programmini per spiare…lo tampino,  aspirando boccate di vischio soffocante ogni qual volta trovo una traccia. 


Ancora rabbia! Sto diventando schizofrenica;  da una parte spero di beccarlo e che finalmente mi scada, poi magari succede (ho trovato sue iscrizioni in  luoghi di squallore imperdonabile)…niente da fare, dopo un attimo di quasi liberazione, di “ecco, ma cosa perdo la vita dietro a una persona così” mi basta una sua parola, un suo minimo vezzo affettuoso, la sua voce e  sono persa di nuovo! 

E continua a dirmi che mi ama, che devo saper aspettare, che quello che ho trovato nella sua posta non è di nessuna importanza, sono solo  frivolezze, un solo incontro per curiosità, che suo figlio è ancora troppo piccolo (ha 12 anni) e che una  separazione sarebbe insopportabilmente dolorosa per lui. E io non ci credo ma… ci…spero lo stesso come una stupida con il crevello ottenebrato dalla nebbia. 

Ogni giorno mi dico basta e ogni giorno puntualmente ricomincio. 

Ho perso il rispetto per me stessa. 

Ho le occhiaie nere, ho ricominciato a fumare, mi si è abbassata la vista e vivo solo per quelle due ore che passerò forse chissà quando con lui in fretta e furia tra un singhiozzo e un sussulto, tra un treno, una stanza d’albergo ed un taxi. 


Non riesco più a fermarmi e mentre cerco di spiarlo, ho cominciato anche a chattare con altri, (almeno adessocerco nella mia regione!), con la speranza di conoscere qualcun altro che strappi il chiodo dalla mia carne e dalla mia anima, sempre che ne possieda ancora una, perché mi sento più posseduta che in possesso di alcunché, se non del vuoto insano.

Mentre scrivo, guardo la valigetta dei pennelli sopra lo scaffale, più in alto che mai. Che lontana!

Ogni giorno mi dico “dopo vado in soffitta a prendere la scala”.

Invece accendo il Pc, mi collego, cerco lui e mi abbruttisco.

   Piccola dimenticanza nel mio sfogo: il maritouff nel frattempo si sta consolando con una tubatura venticinquenne.

Però mi faceva seguire.

Grazie di avermi ascoltata.

 

Zefira Sbuffa


Cara Zefira,

Davvero è incredibile come alcune donne possano godere così tanto nel farsi del male. Perché più del bel tomo chattatore,  può su di lei se stessa. 

Mi scusi, cara Zefira, ma almeno la pagano per tutta questa opera di pedinamento? Mi sembra una fatica enorme! E inutile, poi. Cosa si aspetta di trovare? La prova provata l’ha già,  che tipo  sia quell’uomo  mi sembra di un’evidenza cristallina! Non l’ha ancora capito? Glielo dico io.

Un pover’uomo. Un collezionista di ingenue ed esperte disperate (perché non credo che nei  siti porno possano bivaccarci  sprovvedute candide). Lui è incapace di intendere l’amore se non come nella rappresentazione avìta dell’uomo di Neanderthal  a caccia della femmina,  da trascinare nella caverna  per  fare un po’ di sana ginnastica con lei.  Crede  che non sia così? Che questo Don Giovanni dei poveri  sia diverso solo perché  dice cose meravigliose, fascinose, avvolgenti, romantiche? Vero, ma l’epilogo, ovvero il fine, è sempre lo stesso: una nuova tacca  sulla testiera del letto d’albergo della “sua” meravigliosa cittadina!

E’ un insicuro, perché recita una stessa parte moltiplicata e collaudata, gode del suo potere su di lei, sulle altre, perché non conosce diversi modi per gonfiare il suo povero ego, se non nella quantità di donne che riesce a circuire. Non lascerà mai la moglie,  e non di certo per il figlio, ma perché si diverte troppo così: con quante altre dovrebbe risposarsi o andare a convivere? 

Chi frequenta i luoghi di comunicazione su internet in modo compulsivo,  ha sempre dei problemi e cerca di  colmare un vuoto d’insoddisfazione. Per un  cacciatore appena un po’ esperto è molto facile trovare prede, tanto più che queste ‘vogliono’  farsi catturare. E’ protetto dal mondo del virtuale, che  si nutre di immaginazione e  crea fascino nel vuoto. Gli si riduce il rischio di subire la frustrazione del rifiuto,  che ridimensiona il narcisismo.

Il suo dolore e la sua nostalgia, Zefira,  derivano sicuramente dal confronto con il maritouff, ma lei crede davvero che il suo principe azzurro sia tanto diverso quando è con la  sua famiglia? Già me lo immagino, in canottiera frittellosa e ciabatte di pezza,  sonnecchiare davanti al televisore…

E per  inciso, sul marito: a modo suo ha fatto il possibile per evitare il disastro, certo,  con gli scarsi mezzi a sua disposizione e con quella sensibilità  così poco abituata all’esercizio, ha combinato un bel disastro, finendo per apparire meschino.

D’altra parte, se lei si è lasciata stordire così, non è per le qualità eccezionali del fatale uomo della notte, ma perché si sentiva infelice e sola già da molto tempo.

Farà bene a liberarsi dall’ossessione da cui è invasa il prima possibile, perché uomini di questo stampo sono vigliacchi e non si commuovono davanti al dolore altrui. 

Non cerchi la soluzione chattando con altri;  nello stato in cui si trova,  incontrerebbe solo cloni desolanti o adoranti cagnolini,  la cui noia non servirebbe di certo a scacciare il suo chiodo fisso, anzi. 

Torni a prendersi cura di se stessa, torni a dipingere, non si sa mai che l’estro artistico non si  giovi di questa disavventura alla “Schiavo d’amore” di S. Maugham, o scriva anche lei per il “Compagno segreto”: la sua lettera, così ben scritta, è davvero bella, godibile e divertente.

 

Pasqualìa Aspidi


      Chi volesse dire la sua sulle lettere di

"Ah, core stolto!"

può scriverne sul FORUM

 

*°*

 

Per esigenze di spazio,

alcune lettere troveranno risposta sul "Novellino",

la newsletter del "compagno segreto".

Per riceverla basta mandarci

una lettera.

 

 

 

 

 

vai

alla seconda lettera