"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal - Figure "Le Donne"

Alexandrine Daru


 

David, Alexandrine Daru

Quando l'Amore ha il talento di amare 

chi non si può amare

 

Alexandrine Daru qui è nel celebre ritratto che le fece David. Quello che Stendhal provò per lei fu “un lungo desiderio inutile”, commenta Crouzet, ma  esistono? 

E’ la moglie del cugino del padre, il sempre più potente, almeno fino a Waterloo, Pierre Daru. Questi considerava il giovane Stendhal un “fumiste” e fu il suo protettore solo per spirito di famiglia. Senza scrupoli verso quest’uomo “terribile a sé e agli altri”, Stendhal ne amò la moglie e le si dichiarò più volte. La cosa doveva avere anzi una sua malizia, perché all’idea di poter diventare l’amante della moglie del suo ruvido protettore, il giovane Henri deve aver fantasticato sentimenti di acida rivalsa: un po’ come Julien Sorel ne “Il Rosso e il Nero”.

La casa dei Daru fu la prima che il giovane Henri poté frequentare appena arrivato a Parigi,  teoricamente per frequentare l’École Polythecnique, in realtà con la certezza di poter diventare un secondo Molière.

La passione per Alexandrine, che aveva la sua età - ma già cinque figli - raggiunse il massimo della passione e della sensualità diversi anni dopo, a Vienna, tra l’ottobre e il novembre del 1808. Fu un bacio di addio tagliato in due dal velo che riparava il volto di lei: bacio “dato con l’anima e ricevuto, a quanto pare, senza freddezza…”. 

Quello che è certo è che le cose per Stendhal non finirono a Vienna. Tornò all’assalto tre anni dopo a Parigi: alle dichiarazioni appassionate del “cugino”, lei rispose arrossendo che fino ad allora si era “conservata intatta”. 

Come un Werther, Stendhal decide di partire, e come Goethe scelse l’Italia: “Devo assolutamente fare questo viaggio. Vi amo appassionatamente, e voi non volete amarmi.” Notare l’uso del verbo “volere”. Stendhal mise Alexandrine nell’elenco delle “battaglie” perdute.

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