"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 2, gennaio 2003

"L'Amore" di Stendhal"

Pubblicare un (altro) libro impossibile


Copertina della I edizione 

L’editore di “De l’Amour” si chiamava Mongie: l’accordo era che si sarebbe fatto carico di tutte le spese, ma che non avrebbe versato un franco all’autore finché i guadagni non l’avessero completamente ripagato dell’investimento. Il che non accadde mai.

Stendhal firma con Mongie il contratto il 6 maggio 1822. La correzione del manoscritto lo impegna per tre mesi. Il 17 agosto del 1822, esce il libro: in due volumetti in 18°, ed è, come l’amore, anonimo.

Stendhal mandò subito una copia al filosofo Tracy. In teoria, anche un esperto: aveva pubblicato anni prima un suo “De l’Amour”, ma proprio lui, un mito e un modello per Stendhal, gli confessò nella lettera gentile di ringraziamento, di non avere capito un acca della faccenda della “cristallizzazione”; non capì neppure in quali condizioni disperate il libro fu scritto, e, certo di fare dello spirito, aggiunse che era sicuro che, come una delle più famose lettere dei “Legami Pericolosi” di de Laclos, anche il “De l’Amour” di Stendhal fosse stato scritto tenendo i fogli sulla schiena voluttuosa d’una donna appena goduta. 

A parte ciò, l’esito fu pessimo: nel 1824, e dunque due anni dopo, “De l’Amour” aveva venduto 40 copie! Pare che l’editore Mongie fosse un uomo di spirito: disse che il libro pareva un’opera sacra, visto che nessuno osava toccarla. 

Anni dopo, quando “De l’Amour” diventò introvabile, a chi gliene chiedeva una copia, Stendhal raccontava che i volumi erano stati liquidati come zavorra per le navi.

 

 

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