“Il fatto d’essere sola non ha
nulla a che vedere con la solitudine. Si rimedia con facilità al
fatto d’essere sola, non alla solitudine. Si può riempire un vuoto
come si riempie una casa deserta, ma non si può sostituire la
persona che camminava in quella casa, che ti dava una ragione di
vivere, di amare. Qualunque cosa si faccia, non si possono
sostituire le persone che si sono amate.
Bisogna abituarsi alla solitudine.
E dopo un po’ ci si abitua, anche
se ciò non significa che ci si sia riconciliati con essa.
Tu soffri, senza aver nessuno che
ti guardi piangere, nessuno che abbia veramente compassione del tuo
penare. Fortunati quelli che hanno la fede e possono scaricare il
fardello delle loro anime in grembo a Dio. Io non posso farlo. Mi
dispiace.
Essendo stata allevata a credere
che ciascuno sia responsabile dei propri errori e dei propri
fallimenti, senza remissione, non posso prendermela con nessuno.
Non sono uscita indenne da questi
anni. Sono profondamente ferita, e vorrei tanto guarire, sperare
contro ogni speranza che un giorno le cicatrici mi faranno meno
male.”
(M. DIETRICH,
Marlene D)