"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 11  settembre 2005

 

 

      Marlene Dietrich: parole per la Musa


 

 

 2. La casa di Tanya

 

 

 

 


 

A proposito dellInfernale Quinlan di Orson Welles( The touch of Evil, 1957)

 

Niente di nuovo sotto il sole: si sa che basta un buco nel deserto al tocco del male. - Tra dinamite, droga, traffici loschi e menzogne ovunque, il centro calmo del ciclone è la casa di Tanya, la chiromante immobile che cucina chili e lascia che giri all’infinito il rullo della sua pianola meccanica.

 

Tanya ha un viso senza tempo, che forse invece è proprio e solo tempo; è bruna, laconica, i suoi occhi - si diventa o si nasce così streghe? – guardano ogni cosa da un disincantato infinito. Tanya è laconica perché è esatta, mentre le parole, forse per loro stessa natura – non sono nate da lì? -, tendono alla Babele, al caos delle illazioni, all’imprecisione convulsa del giustificarsi: anche loro tocco del male.

 

La casa di Tanya è un bric-à-brac di cose soprattutto spagnole (una testa di toro appesa in alto col collo infilzato da qualche banderilla, foto di toreri sulla parete…), la pianola suona una musichetta da ballo in ¾. Questa casa nel film è l’oasi ferma in mezzo a un deserto – gli uomini - stupido e instabile, concitato e urlante.

 

Sull’orlo della sua catastrofe, Quinlan – amante irriconoscibile, deturpato dal grasso e dall’abiezione – va a stravaccarsi da Tanya per la sua ultima tregua, ultimo fiato prima di farsi inghiottire da quella favola raccontata da un idiota che chiamiamo fatti.  

Un poliziotto è un uomo che dovrebbe svuotare la palude del crimine con un cucchiaio sbrecciato. I mezzi contrastano con lo scopo fino alla vergogna. Non ci sarà mai compimento, solo stanchezza. Tutto ciò che è troppo a lungo ripetuto è a mezza strada tra l'idiozia e il sublime, e Quinlan è ormai irreparabilmente ambiguo, contaminato inguaribilmente.  - Da Tanya però il tempo diventa se stesso, qualcosa in fondo che non esiste: lostinarsi circolare di una pianola.

 

Tanya-Marlene sa che il tempo è naufragio, che le parole non dicono quasi mai niente, che il destino è semplice. Tutto quello che Walter Benjamin ha scritto dello sguardo dell’angelo della storia, vedendolo in un Klee in fondo mediocre, è negli occhi silenziosi di Tanya: E’ tutto lì (O. WELLES & P. BODGANOVICH, Io, Orson Welles).

 


 

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