Da lei spesso li uomini irrompono,
trafelati e contegnosi, con cose da dire concitate e ultimative. –
Marlene si protegge, separata in una sua serenità anche malinconica:
il mondo, infatti, è incorreggibile. Questa distanza istintiva e
paziente, in apparenza passiva e invece esatta, ha la sua magia: con
uno sguardo e una frase, disarma l’intruso e riduce al ridicolo
l’attacco, quella volgarità tipica di galantuomini che sono venuti lì
per mettere a posto una donna. – Lo sguardo sorridente e appena
interrogante di Marlene ha chiari poteri stilnovistici: “ch’ogne
lingua deven tremando muta…”
La cosa è preziosa e rara, perché
quasi mai la grazia ha una capacità d’evidenza e un giusto carisma
verso una volgarità che di solito stracapisce appena se stessa. Invece
con Marlene si ribalta subito il gioco, e diventa chiaro in un attimo
che un uomo non è mai lì da lei perché abbia qualcosa d’urgente da
dire o da fare ma, semplicemente, perché lì c’è lei. – A sue
spese, Marlene ha imparato i due tempi del Maschile, quell’infantile
trapasso dalla coda di pavone alla coda tra le gambe (e viceversa):