Conrad,
a sessantasei anni, sul "Tuscania" in partenza per gli
Stati Uniti. Lo ha invitato il suo editore americano, F. N. Doubleday.
Aveva accettato per denaro. A sinistra c'è il comandante David Bone,
a destra chissà (*).
In
una lettera dell'anno seguente, una delle ultime, Conrad ricorda così la
traversata:
"Nella
prima parte dello scorso anno feci la traversata per New York a bordo del "Tuscania"
comandato dal mio vecchio amico, il cap. David Bone. Naturalmente avevo libero
accesso al ponte e alla sala di rotta. Non voglio dire di non aver provato
interesse. Lo provai, in certo senso, per circa 30 ore, finché non ebbi
azionato per due volte tutti gli interruttori che mettevano al lavoro i vari
congegni. Ma rimasi freddo,
completamente freddo, davanti a tutte quelle cose che rendono il lavoro di un
ufficiale di marina un'occupazione quasi casalinga. È un fatto che ora si può
guidare una nave in guanti bianchi e senza, per cosi dire, aprir bocca una
volta.
C’erano
sette ufficiali e furono tutti molto affabili con il vecchio veterano; era un
gruppo piuttosto singolare perché solo due di essi, due cadetti, non avevano
mai messo piede sul ponte di una nave a vela.
Il
cap. Bone, che ha navigato a vela per una decina d’anni, mi ha detto
che hanno perduto completamente il “senso del tempo”, quel contatto
con i fenomeni naturali del vento e del mare che costituiva l'essenza
della nostra vita professionale.”
(*)
4 ottobre 2006: Mario Currreli, uno dei più
importanti studiosi e traduttori italiani delle opere di Conrad
ci ha svelato l'arcano: si tratta del fratello del capitano, Sir
Muirhead Bone (1876-1953), artista scozzese che ha lasciato tre
ritratti di Conrad.