Fool they are the only nation
Worth men’s envy or admiration
(«Sono i fools
l’unica nazione
degna tra tutti
d’ammirazione»
B. Jonson,
Volpone, Atto I, sc. 2, 66-7)
«La follia [Foolery], signore, gira attorno al mondo come il sole,
risplende ovunque.»
(La dodicesima notte, Atto III, sc. 1)
“Ma, ditemi, il principe Amleto è
ben figlio di sua moglie, Geruta”.
“Macché! Vostra Signoria forse ha
sentito parlare del fu Yorick, quell’incomparabile buffone…”
“Certo”.
“Bene, il principe Amleto è né più
né meno che suo fratello per parte di madre”.
Amleto fratello del buffone di
corte! Non è dunque tanto “figlio delle sue opere”, come si reputava.
“E questa madre?”.
“Appunto, la madre era proprio la
zingara più diabolicamente bella che, salvo il rispetto per la
Signoria Vostra, si sia mai vista. Capitò da queste parti, indovinava
la ventura assieme a suo figlio Yorick; dunque, la trattennero al
castello e dopo un anno morì nel mettere al mondo iol nobile Amleto…
Diciamo pure nel mettere al mondo… morì del taglio cesareo che le
fecero”.
“Ah! L’Amleto, non fu facile
attirarlo in questo basso mondo!...”.
Si ferma: tiene il cranio di Yorick
accostato all’orecchio e ascolta, smarrito.
“Alas, poor Yorick!
Come si crede d’udire in una sola conchiglia tutto il grande rumore
dell’Oceano, qui mi par di sentire tutta l’inesauribile sinfonia
dell’anima universale, di cui questa scatola fu quadrivio di echi.
Idea solida, codesta! E ve la figurate voi una specie umana che non
indagasse affatto (per attenersi invece a questo rumore vagamente
immortale che vibra nei crani), che non indagasse una diversa
spiegazione della morte, ossia della religione? Alas, poor
Yorick! I vermiciattoli hanno apprezzato il suo ingegno… Era
un ragazzo d’un humour talmente infinito!... e m’era fratello
(la stessa madre per nove mesi): se tuttavia questo titolo prescrive
uno speciale atteggiamento. Fu qualcuno. Possedeva un Io minuzioso,
attorto e contorto: e si pigliava sul serio. E ora dov’è?...
destinatario sconosciuto… più niente né di lui, né del suo
sonnambulismo; e lo stesso buon senso, dicono, non lascia traccia. Qui
dentro v’era una lingua, che biascicava: “Good night, ladies; good
might sweet ladies! Good night, good night!”; una lingua che
cantava, e assai spesso strofette sporche. E Yorick prevedeva! (Amleto
fa il gesto di scagliare il cranio in avanti). E ricordava! (ugual
gesto all’indietro). E ha parlato, ha arrossito, ha SBADIGLIATO! –
Orrendo, orrendo, orrendissimo! – E io… ho, ancora vent’anni, trent’anni
da vivere e toccherà a me come agli altri. Come agli altri? – O mio
Tutto! che sciagura non esserci più! – Ah… ma domani stesso partirò,
voglio informarmi qua e là dei più adamantini procedimenti di
conservazione…”
(Jules Laforgue, Amleto,
ovvero Le conseguenze della pietà filiale, tr. di E. Flaiano,
Milano 1987)
(Sul fool in Shakespeare, cfr.R. Mullini, Il fool
in Shakespeare, Roma 1997)