"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12  settembre 2007

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 8. I fantasmi di Giacomo

 

 

 

 


 

Giacomo I, «un re incline a interessi filosofici e teologici» nel quale «si incarna tutta la lacerazione di un’epoca», era un «infaticabile lettore ed autore di libri, amava i dialoghi colti e intelligenti e le formulazioni ingegnose, e fu un celebre scrittore e polemista in un’epoca di controversie e di dispute teologiche. Nel 1597 scrisse una Demonologia in cui il problema dell’apparizione degli spettri viene trattato nello stesso modo in cui ne tratta Shakespeare in Amleto

 

«J. Dover Wilson, What happens in Hamlet (Cambridge 1935), ci informa, con un’esposizione particolarmente chiara, sulle tre differenti concezioni  degli spiriti e delle loro apparizioni. C’era allora in Inghilterra una tesi cattolica, secondo la quale lo spettro che si manifesta agli uomini proviene dal purgatorio; una tesi protestante, secondo la quale proviene per lo più dall’inferno, ed è quindi un diavolo ingannatore; ed una scettico-illuministica, che è contenuta, in particolare, in un libro di Reginald Scott del 1584. Questo libro fu poi bruciato dalla mano del boia, in seguito ad un provvedimento di Giacomo. Il dubbio di Amleto, nel I atto, si situa sul terreno della concezione protestante, di cui anche Giacomo si era fatto interprete: secondo questa tesi, lo spettro è reale, e non una mera allucinazione di un animo malinconico. Il nesso fra Amleto e Giacomo è a questo riguardo – cioè proprio in relazione alla premessa decisiva di tutto lo svolgimento del dramma – addirittura tangibile, ed io non riesco a comprendere perché J. Dover Wilson non ne parli. O dovrebbe forse esserci un tabù anche a questo proposito?»

(C. Schmitt, Amleto o Ecuba, Bologna 1983)

 

E invece:

 

«Fu una situazione Amletica a portare in Inghilterra la Riforma, allorché Enrico VIII chiese al papa di invalidare la sua unione con Caterina d’Aragona la quale era stata sposata in prime nozze al suo fratello maggiore. Ma se si esclude Amleto, sembra che nessun altro si preoccupi molto di quell’aspetto del problema.»

(N. Frye, Shakespeare, Torino 1990)

 


 

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