"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12  settembre 2007

 


 

n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 

 11. Cacofonie in Danimarca: king's rouse

 

 

 

 


 

«Il re veglia stanotte e tien la sua gozzoviglia…

(Atto I, sc. 2)

 

 

Oltre che l’assai mimetica descrizione iniziale della Danimarca come una fucina diuturna di fiamme e clangori, ovunque in Amleto casi di stile aspro e asperrimo, come è immaginabile soprattutto nella rabbia educatissima del principe:

 

The king doth wake tonight and takes his rouse,

Keeps wassail, and the swaggering upspring reels;

And, as he drains his draughts of Rhenish down,

The kettle-drum and trumpet thus bray out

The triumph of his pledge.

(I, 4, 8-12)

 

E’ il controcanto asperrimo di Amleto all’annuncio di festa, che  poco prima aveva fatto il re. La gioiosa king’s rouse di Claudio, di brindisi e salve di cannoni, è allucinata tal quale nel sarcasmo di Amleto, ma con colori lividi, stridori espressionisti, meccanicità orgiastiche (a fianco la traduzione di R. Piccoli):

 

  «...in grace whereof,
No jocund health that Denmark drinks today,
But the great cannon to the clouds shall tell,
And the king's rouse the heavens all bruit again,
Re-speaking earthly thunder.
Come away.»

 

 

«…e in grazia di ciò, nessun giocondo brindisi il re di Danimarca berrà oggi, senza che il grande cannone lo ridica alle nuvole e senza che i cieli rimbombino della regia baldoria, echeggiando il tuono terrestre. Venite via.»

(Atto I, sc. 2, 124-128)

 

*°*

The king doth wake tonight and takes his rouse,

Keeps wassail, and the swaggering upspring reels;

And, as he drains his draughts of Rhenish down,

The kettle-drum and trumpet thus bray out

The triumph of his pledge.

(I, 4, 8-12)

Presentiamo otto traduzioni, in ordine di contestabilissima e mutevolissima preferenza, dello sfogo di Amleto:

 

1. Raffaello Piccoli, (Sansoni):

Il re veglia stanotte e tien la sua gozzoviglia, fa lo stravizio, e balla il dondolante saltinsù; e come egli tracanna i suoi sorsi di vin del Reno, il tamburo e la tromba così sbraitano dei suoi brindisi.

 

2. Eugenio Montale (Mondatori):

Il re se la spassa, stanotte, s’ingozza a crepapelle,

fa baldoria e balla il trescone;

e ad ogni bicchiere di vin del Reno

che butta giù, tamburi e trombe ragliano

alla pompa dei suoi brindisi.

 

3. Nemi d’Agostino (Garzanti):

Il re veglia stanotte, fa baldoria,

alza il gomito e pesta nella giga,

e ogni volta che ingolla vin del Reno

tamburo e tromba sbraitano così

le sue vittorie ai brindisi.

 

4. Alessandro Serpieri (Marsilio):

Il re fa veglia stanotte e leva il bicchiere,

brinda e si scatena in sfrenate danze,

e, come tracanna sorsate di vino del Reno,

il tamburo e la tromba sbraitano a questo modo

il trionfo dei suoi brindisi.

 

5. Cesare Vico Ludovici (Einaudi):

Il re stanotte fa baldoria a distesa. Gozzoviglia: capeggia l’orgia delle nuove danze sbracate; e a ogni pompata di vin del Reno che tracanna, tamburi e trombe rispondono al trionfo del suo bicchiere.

 

6. Luigi Squarzina (Newton Compton):

Baldoria. Alza la coppa, il re, guida il vorticoso saltinsù, e, come tracanna sorsate di vino del Reno, tamburo e tromba solennizzano i suoi trionfi nella guerra dei brindisi.

 

 

7. Agostino Lombardo (Feltrinelli):

Il Re veglia, stanotte, e fa baldoria,

Offre da bere, si butta barcollando nelle danze

E ogni volta che tracanna un bicchiere

Di vino del Reno, il tamburo e la tromba

Celebrano i suoi trionfi.

   

8. Masolino d’Amico (Baldini e Castaldi):

Il Re veglia stanotte e alza il calice,

brinda e balla il saltarello come un invasato;

e ogni volta che butta giù la sua dose di vino del Reno

il tamburo e la tromba sottolineano con questi latrati

il suo gesto trionfale.


 

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