(dell’ardua introiezione del
Super-Papi)
AMLETO (allo Spettro del padre) - …e il tuo comando vivrà tutto
solo nel volume del mio cervello purgato da ogni scoria.
(Atto I, sc. 5)
«Ciò che abbiamo esposto finora non
esaurisce ancora le conseguenze della rimozione dell’odio per il
padre, insito nel complesso edipico. L’elemento nuovo che vi si
aggiunge è che l’identificazione con il padre finisce col conquistarsi
a forza un posto durevole nell’Io. Essa viene accolta nell’Io, ma vi
si pone come un’istanza particolare contrapposta all’altro contenuto
dell’Io. In tal caso lo definiamo col nome di Super-io e ad essa,
erede dell’influenza dei genitori, attribuiamo funzioni
importantissime. Se il padre era duro di carattere, violento, crudele,
il Super-io assume da lui queste caratteristiche e, nel suo confronto
con l’Io, si ristabilisce la passività che per l’appunto doveva esser
rimossa. Il Super-io è diventato sadico, l’Io diventa masochistico,
ossia in fondo femminilmente passivo. Nell’Io sorge un potente bisogno
di punizione che in parte affronta come tale il suo destino, in parte
trova appagamento nel maltrattamento ad opera del Super-io (coscienza
di colpa). Ogni castigo in fondo è l’evirazione, e come tale
realizzazione del vecchio atteggiamento passivo verso il padre. Anche
il Fato, infine, non è altro che una proiezione paterna più tarda.»
(S. Freud, Dostoevskij e il
parricidio, 1927)