"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 12, settembre 2007 


n. 12 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 12

30.  Norwegian mood

 

(Onori e ascessi)

 


«…il soldato fatto rude e spietato dopo aver sentito l’odore del sangue, vagherà libero di uccidere, con una coscienza ampia come l’inferno, mietendo come fossero erba le vostre belle fanciulle e i bambini fiorenti.»

(Enrico V, Atto III, sc. 3)  

 

AMLETO - Questo è un ascesso che nasce

Da troppa pace e abbondanza, si spacca

Internamente, e fuori non si vede

Perché il malato muore.

(ATTO IV, sc. 4)

 

 

«Il giudizio di Amleto sulla guerra polacca è contraddittorio: prima la giudica à la Montaigne, come un cancro del troppo benessere, poi nel soliloquio (avviato con scoperto artificio [IV, iv]) idealizza l’impresa come esempio di grandezza d’animo» (N. D’Agostino, Nota a W. Shakespeare, Amleto, Milano 2004).

 

Purché la cosa sproni al fare! - C’è chi piange per Ecuba, chi si fa ammazzare per «un guscio d’uovo» polacco: ah, questo ossessivo masochistico voyeurismo per il fare degli altri! Come se lui non facesse già troppo, e dunque troppo a vuoto. Amleto troverebbe ottimo morire per Danzica, anche se non fosse per fermare un Hitler e di Danzica si ripulisse appena un quartiere di periferia. - Che differenza c’è tra il culto dell’onore e un raptus della furia di sangue? Nel parossismo guerrafondaio, nell’eccesso di salute degli energumeni incapaci di farsi oziosi, le pulsioni di vita e di morte colliquano: due nomi dello stesso caos. Però Rosalinda lo sapeva che perfino «il veni vidi vici di Cesare è millanteria» (A piacer vostro, At. V, sc. 2). Così le donne che Amleto vorrebbe in convento.

 

Tutto preso dalla sua fame di simboli eroici e rimproveranti, Amleto è totalmente cieco anche al capolavoro diplomatico di Claudio: eppure era stato testimone. Come un fulmine deviato dall’artificio, il campetto polacco è stato infatti concordato da re più ben sapienti per far sfogare Fortebraccio («un tipo di fuoco, un tipo sfrenato», Atto I, sc. 1), il quale aveva all’inizio ben altre mire, volendo proprio la Danimarca da soggiogare (Atto I, sc. 2). Un’armata Brancaleone (sempre parole di Orazio: «una truppa di disperati, cibo e dieta d’un’impresa che ha stomaco grande», Atto I, sc. 1) deviata sagacemente a sfogarsi nel nulla, Amleto la colora dei colori della «gloria» più sublime: molto più del casto capitano che va a combattervi e che gli parla chiaro («Truly to speak, and with no addition, / We go to gain a little patch of ground / That hath in it no profit but the name»): ecco, la gente che sa farsi sgozzare «per una pagliuzza, quando l’onore è in giuoco» (Atto IV, sc. 4)!

O gioventù, artista immaginaria…

 


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