«Re Lear è un
continente. Noi allestiamo spedizioni che con maggiore o minore
abilità e successo tracciano sulla carta qualche landa, un fiume,
spiagge, un monte, boschi. Tutti i paesi del mondo organizzano
spedizioni, a volte ci incontriamo nelle nostre peregrinazioni e
constatiamo rassegnati che quel che ieri era un mare mediterraneo
oggi si è trasformato in una montagna. Disegniamo le nostre carte,
commentiamo e descriviamo, niente corrisponde al vero.
(…)
La nostra azione non deve nemmeno
essere appesantita dalla malinconia. Dev’essere rapida, rivolta
all’esterno, comprensibile. Non abbiamo esperienza, tradizione, solo
una cattiva istruzione. Può il piacere sostituire la tecnica? O
soccomberemo nella palude formata dalla massa delle parole?»
(I. Bergman, Lanterna magica,
Milano, 1987)