Da:
«Amleto, ovvero il Principe di Danimarca», in 2 anni dopo.
Continuazione de I Quattro Moschettieri, Torino, All’insegna del
Grifone, 1937.
I quattro moschettieri erano:
Nunzio Filogamo (Aramis) Umberto Mozzato (Porthos)
Dino De Luca (D’Artagnan) e Mario Ponte (Athos) .
Qui è Shakespeare che mette in
scena il dramma, ma subito Porthos, che recita il fantasma, inciampa
nel lenzuolo e cade. Piovono mele marce. Poi inizia la storia:
Narro
la triste storia di Amleto,
spirito
inquieto più del consueto.
Quando
il regnante padre dileto
Emise
l’ultimo sospir dal peto.
Era
ancor giovine il povero Amleto,
principe inquieto più del consueto.
Seguono undici sestine, in cui si
segue la trama senza modifiche, tutte monorime in –eto.
Per esempio:
Allora
il figlio gridò: «Cospeto,
perché
ne uscisti dal sepolcreto?»
«Certe
domande non ti permeto!
Sono
tuo padre: abbi rispeto
O ti
farò tetè sul culeto,
o
giovineto impetuoseto».
Finisce come si sa, con la morte
di «un tipeto un po’ nervoseto». Per Amleto infatti «uccidere era un
giocheto», e, vittima finale delle sue stesse stragi, «come già il
padre, emise Amleto / il suo postremo sospir dal peto».
Le Avventure dei Quattro
Moschettieri
andarono in onda dal 18 ottobre 1934 al 28 marzo 1937:
alle ore 13, prima di giovedì poi di domenica. Fu tale il successo
da far rinviare le partite del campionato di calcio. Gli abbonati
dell’EIAR passarono intanto da 400 a 900 mila.