"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 12, setttembre 2007                                      


 

             n. 12 °*° William Shakespeare: Spettro delle mie brame - fantasmi di Amleto  °*° n. 12

 


 

11. Derrida

 

 

 


 

«Ci si può rivolgere al fantasma, per interrogarlo? A chi? A lui? A questo, come ancora e prudentemente dice Marcello? Thou art a scholar; speak to it Horatio (…) Question it.”

La questione merita forse di essere capovolta: possiamo rivolgerci in generale se già un qualche fantasma non ritornasse? Se come minimo ama la giustizia, lo “scienziato” dell’avvenire, l’“intellettuale” di domani dovrà impararlo, e da lui. Dovrebbe apprendre à vivre imparando e insegnando, non a fare conversazione con il fantasma, ma a intrattenersi con lui, con lei, a lasciargli o a rendergli la parola, sia pure dentro di sé, nell’altro, all’altro di sé: gli spettri ci sono sempre, anche se non esistono, anche se non sono più, anche se non sono ancora. Invitano a ripensare il “ci” sin dal momento in cui si apre la bocca, anche in un convegno, e soprattutto quando si parla una lingua straniera:

  

Thou art a scholar; speak to it Horatio”…»

 

(J. Derrida, Spettri di Marx, Milano 1994)


 

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