RE - Sebbene ancora sia
verde la memoria della morte del caro fratello Amleto... (Atto I,
sc. 2)
«La
Bibbia, il Book of
Common Prayer e le
Omelie che venivano inculcati nei bambini proprio
nel periodo formativo della prima infanzia, dovettero alimentare
profondamente l’immaginazione di Shakespeare. Un colto studioso
della Bibbia [n.d.r.: è Richmond Noble,
Shakespeare Biblical Knowledge, 1935] ha
esaminato tutte le opere di Shakespeare, con l’eccezione di
Pericle e dei
componimenti poetici, e ha rintracciato citazioni e riferimenti a
quarantadue libri della Bibbia: diciotto del Vecchio, diciotto del
Nuovo testamento e sei dei Vangeli apocrifi. Non c’è frase dei
primi tre capitoli della Genesi alla quale non venga fatta
allusione nei drammi. I libri preferiti sono quelli di Giobbe e
l’Ecclesiastico, ma è la storia di Caino
che sembra aver fatto su Shakespeare un’impressione
particolarmente profonda: vi fa riferimento per lo meno
venticinque volte.»
(S.
Schoenbaum, Shakespeare, Pordenone, 1979)