"Il Compagno segreto" - Lunario letterario.Numero 13, settembre 2007 

 


 

n. 13 °*° W. Shakespeare : Fantasmi di Amleto  °*° n. 13

 

 

31.  Bio

 

 


 

«Si è in balia del mondano e… c’è bisogno di soldi.»

(C. Bene, Opere, Milano 2002)

 

«Intorno al 1595, Shakespeare avrebbe potuto sconvolgere le nostre aspettative perché allora non era interessato al teatro, ma a poemetti e sonetti. Gli intellettuali contemporanei avrebbero preso molto più sul serio i suoi progressi nel campo della poesia lirica. E’ stato provvidenziale che Shakespeare, non avendo un soldo, sia stato costretto a fare teatro.»

(W. H. Auden, Lezioni su Shakespeare, Milano 2007)

 

«Se Shakespeare non si interessò mai un gran che alla sorte di quei drammi che l’avrebbero reso immortale, ben diversa fu l’attenzione con cui costruì e mantenne intatto il suo patrimonio.»

(S. Schoenbaum, Shakespeare, Pordenone, 1979)

 

«Sappiamo molto della sua vita»

(B. Vickers, Ripensare Shakespeare, Milano 2001)

 

«Shakespeare nasce nel 1564, si sposa a diciott’anni, lascia Stratford a ventuno, forse perché accusato di aver cacciato di frodo, approda a Londra a ventidue. Scrive la Parte prima dell’Enrico VI a ventisette o ventott’anni, le prime poesie a ventinove, i sonetti tra i ventinove e i trentadue. A trentatré anni ha accumulato abbastanza denaro – grazie al teatro, ma non ancora alle sue opere: i guadagni cominceranno con l’Enrico IV – da comprarsi una casa a Stratford. Tra i trentacinque e i trentasette anni scrive le sue commedie più importanti, dai trentasei ai quaranta le sue opere meno riuscite, dai quaranta ai quarantaquattro le grandi tragedie e dai quarantaquattro ai quarantesette le commedie romantiche. A quarantasei anni, probabilmente, si ritira a Stratford. A quarantasette scrive La tempesta. A cinquantadue muore.»

(W. H. Auden, Lezioni su Shakespeare, Milano 2007)

 

Pare davvero che sia divenuto «immortale malgrado se stesso.»

(A. Pope, Imitation of Horace)

 

«In una Betlemme nordica chiamata Stratford on Avon, è nato un uomo cui siamo debitori di un vangelo laico, come noi definiremmo i drammi shakespeariani..»

(H. Heine, Donne e fanciulle di Shakespeare)

 

«Shakespeare, uno specialista di re, uomini anziani e fantasmi…»

(H. Bloom, Shakespeare, Milano 2003)


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