"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3 marzo  2003


 

 

Racconti di Kafka:

 

10. Leggere

 

 

Kafka conosceva il piacere della lettura ad alta voce. 

Sognava di recitare tutta “L’educazione sentimentale” di Flaubert. Tra i suoi preferiti anche il Michael Kohlaas di Kleist, che lesse più volte a casa dell’amico Oskar Baum, “poeta riservato e silenzioso” (K. Wagenbach). 

Kafka, che non amava la musica (un paradiso da cui sentirsi escluso?), era un lettore affascinante e molto musicale: leggeva sorridendo, sapendo modulare il testo come se le frasi disegnassero onde, “da vero attore” (Brod), con “infinita allegria, rapito e perfino succoso” (Weltsch), assaporando espressioni particolari, ripetendole, sottolineandole con magia inquietante (Pulver). Allo stesso tempo non era mai declamatorio, come avrebbe preferito il gusto roboante dell’epoca.

 

L’enfasi avrebbe solo annebbiato la tensione segreta del testo. Così, leggeva e sorrideva: a volte, come succedeva con Flaubert, con le lacrime agli occhi per l’amore entusiasta.

Flaubert, e in generale i francesi, li leggeva a casa di Max Brod una o anche due volte alla settimana: di Flaubert, Education Sentimental e l’amatissima Tentation de Saint Antoine, e poi il Journal di Stendhal, il Là-bas di Huysmans..,

Ma quali libri leggere?

 

“Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo? Affinché ci renda felici, come scrivi tu? Dio mio, felici saremmo anche se non avessimo libri, e i libri che ci rendono felici potremmo eventualmente scriverli noi. Ma noi abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio, un libro dev’essere la scure per il mare gelato dentro di noi.”

(Lettera a Oskar Pollak, 27 gennaio 1904).

 


 

 

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