"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003


                   


 

 

Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart

 

 

13. Organismo Musicale Modificato

 

 


 

Essendo il plagio un’arte disponibile al genio, il Don Giovanni di Mozart e Da Ponte non è lo stesso di Gazzaniga e Bertati. Tagliando qua e spostando là, si arriva a ben altro, e “il progresso rispetto a Bertati si deve sicuramente in gran parte all’influsso di Mozart, cui premeva di rappresentare passioni realistiche, e che comunque era incapace di scrivere musica insignificante. Da parte di Da Ponte c’è un miglioramento costante e decisivo nello stile della scrittura e nella verosimiglianza di molte reazioni psicologiche.”

Il lavoro tanto sul libretto che sulla musica poi non solo continuò fino all’ultimo istante utile per la prima del 29 ottobre a Praga (il duetto “Là ci darem la mano” dovette essere riscritto cinque volte prima di soddisfare il cantante Bassi) ma continuò alacre, e per alcuni rovinoso, per la ripresa dell’opera a Vienna l’anno seguente.

In sintesi, ecco un buon confronto con l’atto unico di Bertati-Gazzaniga:

 

 “Anche la loro opera comincia con la lampeggiante e corrusca scena del duello notturno in Don Giovanni uccide il vecchio Commendatore. Anche nella loro opera appare alla fine la statua paurosa del Commendatore che invita a cena Don Giovanni (qui l’iniziativa dell’invito parte dal Commendatore) e lo trascina al castigo finale. Anche nella loro opera Leporello (che si chiama Pasquariello) snocciola alla povera Donna Elvira il catalogo delle conquiste amorose di suo marito Don Giovanni. Resta innegabile che la stesura di Da Ponte è letterariamente più pregevole e spiritosa, proprio nel maneggio stesso delle parole, del verso, della rima. Di più Da Ponte arreca alcuni ritocchi d’eccezionale validità teatrale. Elimina una terza vittima di Don Giovanni, Donna Ximena, che non portava altro che dispersione nel fuoco drammatico dell’azione, e per contro restituisce il massimo rilievo al personaggio di Donna Anna, che nell’opera di Bertati e Gazzaniga scompare subito dopo l’uccisione di suo padre ritirandosi in convento. Invece Da Ponte ne fa l’anima della caccia a Don Giovanni, in cui praticamente consiste la trama dell’opera: fiera incarnazione della vendetta, ella è l’antagonista terreno di Don Giovanni.” 

(M. MILA, Lettura del Don Giovanni di Mozart, Einaudi).

 

Da Ponte non solo ruba, ma svillaneggia sistematicamente il derubato: Bertati negli scritti di Da Ponte è “povero ciabattino drammatico”, “imbecille”, “somaro”,  “Bòtte gonfia di vento”, “ vanitoso senza merito”, “povero ciuccio”…


 

    torna su

 

 torna a