"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile 2003


 


 

5. Troppo difficile! 

 

 

“La musica di Mozart è troppo difficile per il canto”.

Così disse più volte, niente poco di meno, che il migliore degli Imperatori possibili, Giuseppe II.

 

La fama di compositore difficile Mozart se la portò avanti tutta la vita, e il Don Giovanni forse più di qualunque altra opera. Aveva il vizio delle “troppe note” egli accompagnamenti e non rispettava i generi. Chissà perché, piaceva tanto a quei provinciali di Praga… Anche nelle Memorie di Da Ponte si legge che Don Giovanni a Vienna “non piacque”. Ed è tutto, da parte del suo librettista, che dunque non ci trovò molto da difendere neppure lui.

 

A Vienna, al Burgtheatre, Don Giovanni arrivò il 7 maggio del 1788, con diverse aggiunte – questi cantanti mai contenti! - rispetto all’opera rappresentata a Praga. La aveva richiesta Giuseppe II: 225 fiorini per Mozart e 100 per Da Ponte.

Così, dopo solo quattordici repliche nella stagione 1788-89, Don Giovanni lasciò le scene. A difenderla, del resto, era rimasto, a parte Mozart, solo Joseph Haydn (“Non è opera fatta per l’anima viennese. Si adatta meglio  ai praghesi, ma soprattutto è scritta per me e per i miei amici”).

 

Il giudizio di Haydn coincide, a proposito dei viennesi, con quello di Giuseppe II: “L’opera è divina; è forse più bella del Figaro, ma non è cibo pei denti de’ miei viennesi”, così riferisce Da Ponte che riferì subito a Mozart: “lasciamo loro tempo da masticarlo”, il che, secondo Da Ponte sarebbe accaduto con sua piena ragione, ottenendo il Don Giovanni un successo crescente, tale da porre l’opera “tra le più belle opere che su alcun teatro drammatico si rappresentassero.”

Almeno per una decina d’anni, falso. 

 

Quando l’opera tornò a vivere in un teatro, in tedesco, si era nel 1798: Mozart era dunque morto da sette anni.

  

            

  

 

 

 

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