Sono un
          lettore del compagno segreto e mi permetto di segnalare un ramo della
          tradizione donjuanea assai importante, la prima tradizione italiana
          del “Convitado de piedra” di Tirso de Molina in ambito
          italiano, che fu il modello per Goldoni e Moliere: “Il
          convitato di pietra” di
          Onofrio Giliberto da Solofra, da entrambi i due autori citato, che si
          oppone a quello di Giacinto Andrea Cicognini. L'opera del Giliberto
          sarebbe l'anello di congiunzione tra la tradizione Spagnola e la
          tradizione italiana, francese e le successive. Dico purtroppo“sarebbe” perché
          l'opera, stampata a Napoli da Novello de Bonis nel 1652, è sparita
          dopo gli anni '40 del XVIII secolo, nonostante le innumerevoli
          ristampe e la diffusione fino in Francia: l'apparato
          testimoniale è vastissimo.
          Il motivo
          per cui vi segnalo questo caso, oltre che per la sua importanza nella
          tradizione del testo, è il carattere di giallo, le cui tracce portano
          per diverse ragioni da una parte verso la Germania dall'altra verso
          gli Stati Uniti.    
          Cordiali
          saluti
           Carlo
          Coppola