"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile  2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Per Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart:

 


 

 

21. Stendhal (l'enigma di)

 

 

 

Mozart resta per sempre nel cuore di Stendhal: difficile dire, a leggerlo, dove non ci sia Mozart. E che idea sorprendente ne ha! - Mozart per Stendhal è l’autunno, “fitto bosco di latifoglie rosseggianti” (Storia della pittura in Italia): è dolore, separazione, malinconia, fatalità, è l’amica morte:  “Poi lesse al piano un atto intero del Don Giovanni e i cupi accordi di Mozart restituirono la pace al suo animo” (Armance)

Per due volte nella Vita di Henri Brulard scrive: 

 

“Potrei camminare per dieci leghe nel fango (la cosa che detesto di più al mondo) per ascoltare una buona esecuzione del Don Giovanni. Se qualcuno cita una frase in italiano tratta dal Don Giovanni, ecco che all’istante dolci ricordi musicali mi tornano alla mente e si impadroniscono di me. (…) Di sicuro nessuna opera scritta, nessuna opera letteraria mi procura una gioia così intensa.” 

 

Quel caso quasi unico di perfezione armonica e melodica (Vita di Rossini) è però molto di più di un piacere solo musicale: Don Giovanni è il “koan” della vita di Stendhal: avrebbe potuto essere anche lui così? E quella da dongiovanni sarebbe stata “felicità”? Ma, allora, cosa sarebbe l’amore? 

Sull’ossessione dongiovannesca, sia in senso musicale che vitale, di Stendhal, vedi il numero 2 del “compagno segreto” su “L’Amore”.

 

 torna a  

 

torna su