"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. Proviamo a segnalarne qualcuna

 

 

Per i racconti di Kafka:

 

 

2. Kleist

 

 

 

 

 

Negli ultimi anni, nel freddo e nella povertà di Berlino, Kafka leggeva i libri amati: le favole dei fratelli Grimm, l’Hermann und Dorothea di Goethe, e Kleist: La marchesa von O. almeno cinque volte.

Forse ancora più amato, fu il “Michael Kohlhaas”: una volta, l’11 dicembre del 1913, lo lesse in pubblico per un’organizzazione ebraica di beneficenza con “tazza di tè e torta gratuite”:

 

“Fallimento totale, Scelto male, recitato male, conchiuso col nuotare insensatamente dentro il testo. Ascoltatori modello. Ragazzini in prima fila. Uno cerca di vincere la noia innocente lasciando cadere piano piano il berretto per terra e raccogliendolo poi piano piano, e così più volte. Siccome è troppo piccolo per eseguire ciò stando seduto, deve ogni volta scivolare dalla sedia. Lettura disordinata e brutta e incauta e incomprensibile. E nel pomeriggio tremavo già dal desiderio di leggere e quasi non potevo tenere la bocca chiusa.”

 

Tanto Kafka quanto Kleist, oltre a scrivere lettere anche minacciosamente pedagogiche alle fidanzate, amavano gli incipit secchi e impietosi, per storie da cominciare sul bordo di catastrofi da non romanzare:

 

Kleist:

“A Santiago, capitale del regno del Cile, proprio al momento del grande terremoto del 1647, nel quale molte migliaia di persone trovarono la morte, un giovane spagnolo accusato di gravi colpe, Jeronimo Rugera, stava accanto a un pilastro del carcere dov’era rinchiuso, e si preparava ad impiccarsi.”

 

Kafka:

“Qualcuno doveva averlo calunniato, perché senza che avesse fatto nulla di male, una mattina Josef K. Fu arrestato.”

 

Kleist:

“A M., importante città dell’Italia settentrionale, la marchesa di O., vedova d’ottima reputazione e madre di due figli bene educati, rese noto ai giornali che si trovava, a sua insaputa, in stato interessante e che il padre del nascituro si presentasse poiché aveva deciso, per ragioni familiari, di sposarlo.”

 

Kafka:

”Gregorio Samsa, svegliandosi una mattina da sogni agitati, si trovò trasformato, nel suo letto, in un enorme insetto immondo.”

 

 

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