"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003

Racconti di Kafka

 Casanova


 

Non si crederà mica che Franz Kafka passasse il tempo solo tra i tomi austeri di Pascal e Kierkegaard? In una lettera a Milena, scrive una bellissimo riassunto-variazione sulla Fuga dai Piombi del meraviglioso libertino:

“Conosci la fuga di Casanova dai Piombi? Sì, certo la conosci. Vi è descritta fuggevolmente la più spaventevole specie di prigione, giù in cantina, al buio, all’umido, al livello delle lagune, si sta accoccolati su un’asse stretta che quasi tocca l’acqua e questa sale davvero con l’alta marea, ma la cosa peggiore sono i feroci topi anfibi, le loro strida nella notte, quel loro tirare e strappare e rodere (credo che si debba lottare con essi per il pane) e soprattutto la loro attesa impaziente finché si cade sfiniti giù dall’assicella…”

 

Chissà quando Kafka lesse il libro più famoso di Casanova. Prima o dopo aver scritto il Processo?

Leggete qua:

 

“…e non sentendomi colpevole non dovevo temere la giustizia del Tribunale. Mi spiegò allora che un simile tribunale ne sapeva più di me e poteva attribuirmi dei crimini dei quali mi credevo innocente; per il momento, perciò, era meglio accettare i cento zecchini e filare via. Replicai che un uomo non può delinquere senza saperlo e che mi sarei sentito in colpa verso me stesso se, fuggendo, avessi fornito agli Inquisitori qualche segno di un mio rimorso di coscienza che li avrebbe confermati nelle loro supposizioni.

Conclusi dicendogli che, essendo il silenzio l’anima di quel gran Tribunale, sarebbe stato impossibile, se fossi fuggito, conoscere i motivi dell’inquisizione; il timore che ora poteva spingermi a partire, in seguito mi avrebbe impedito di tornare…”

(G. CASANOVA, Storia della mia fuga dai Piombi).

 

Da fare un salto sulla sedia!

E si potrebbe continuare, testi alla mano, a kafkizzare Casanova, a casanovizzare Kafka: 

 

Nel vocabolario critico, la parola ‘precursore’ è indispensabile, ma bisognerebbe cercare di purificarla da ogni connotazione di polemica o di rivalità. Il fatto è che ogni scrittore crea i suoi precursori. La sua opera modifica la nostra concezione del passato, come modificherà il futuro. In questa correlazione non ha alcuna importanza l’identità o la pluralità degli uomini” 

(J. L. BORGES, Altre Inquisizioni).

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