“Vedete, io l’amo: voglio che sia
felice: a ogni costo”
(Marocco, 1930)
“Cinque anni e tre settimane”,
corregge Marlene il vecchio amante ritrovato in treno sul tempo della
loro assenza (Shangai express,1932):
tanta esattezza è già una confessione. Lei non si lamenta: sa che il
suo è un uomo di quelli che “non si voltano”
(E. Montale), un tenore dagli
inappuntabili sdegni virili, che però perde gli orologi.
Preso in ostaggio
dall’esercito dei ribelli, verrebbe accecato se Marlene – un po’ come
in Palla di sego di
Maupassant – non diventasse amante
del loro capo. Lei solo per amore cede al ricatto, eppure, per lo
stesso uomo borioso per cui avrà fatto un tale sacrificio, sarà stata
solo una prostituta pronta sempre e comunque a vendersi al vincitore.
Il
punto interessante è che di questa incomprensione Marlene non sa che
farsene. L’amore è libero, anche dalla gratitudine. Paradossalmente,
l’uomo caricaturalmente odioso che sta a capo dei ribelli, è l’unico
che capisce la grandezza di Marlene: quando lei tenta di
ucciderlo, lui dice solo “Io potrei amare una donna così…”.
*°*
Sulla fedeltà, sublime in la
sequenza in Marocco
(Morocco, 1930)
in cui il miliardario francese Adolphe Menjou
spiega a Marlene chi siano le donne che seguono a distanza i legionari
stranieri che si avventurano nel deserto.
- Chi
sono quelle donne?
- E’
semplice. Io le chiamerei la retroguardia
- E
riescono a stare dietro ai loro uomini?
- A
volte tengono il passo, a volte no. E spesso, quando li raggiungono,
trovano solo dei cadaveri
- Quelle
donne sono pazze.
- Non
direi. Vede? Amano i loro uomini.
Marlene presto farà quella stessa
scelta che ancora non capisce: sarà la scena famosa in cui, per
restare col suo ironico legionario, donnaiolo e imprevedibile, si
avventura da sola sulle dune a piedi nudi, lasciando le scarpe al
vento e alla sabbia.
Forse davvero i due amanti perfetti
sono i due miliardari Adolphe Menjou
in Marocco e
Cary Grant in
Venere bionda, innamorati
incondizionatamente: al punto da aiutare Marlene a ritrovare pace non
con loro ma con l’amore che già le ferisce il cuore. Loro sono
signorili, generosi, discreti. Conoscono
l’arte della giusta insistenza: nel
migliore dei casi, possono aspirare e diventare la ruota di scorta di
un grande amore fallito. Sapendo che
l’amore
non fallisce quasi mai del tutto.
Che non premia il merito, né
la classe. Che ama, più della perfezione, il giustamente manchevole
(Platone, Simposio).