"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 9, dicembre 2004

 


                    Cechov, Céline, Bulgakof, Benn: I medicamenta del dottor Scrittura

 

 

1.  Idee per scrittori 

 

 

 


 

“…mica cogito per il pianeta!...”

(F. CÉLINE, Intervista A A. BRISSAUD,  17 ott. 1954)

 

“A questo mondo non si capisce niente”

(A. ČECHOV, Le luci)

 

 “le opinioni non erano il suo forte,
le opinioni non vanno mai al sodo”
(G. BENN, Chopin)
 

        
“Scusi”, replicò molto cortese lo sconosciuto “per 
governare occorre in qualche modo avere un piano 
preciso, per un periodo di tempo almeno decente (…) 
diciamo di mille anni.” (M. BULGAKOV, Il Maestro e Margherita)

 

Non dovevano starsene lassù, a svolazzare, candide pollastre angeliche, nell’Iperuranio? 

E invece, e da sempre, tutte qua, e in abbondanza! - Le Idee, come i baccelloni dell’Invasione degli ultracorpi, proliferano infatti in tutti i modi: per gemmazione, clonazione e vampirismo. – Psicologicamente, il dottor Carl Gustav Jung le classificherebbe tra i “tipi estroversi”: gente insomma che tende all’esagerazione: e infatti sono promiscue, retoriche, megalomani, patologicamente fattive. 

 

Né basta: mentre in realtà se la fanno con tutti, le Idee spacciano le pulsioni che le agitano per sistema. Sono ambiziose e infatti aspirano allapftega,  al postulato, addirittura - come Dio - alla tautologia. In realtà non resistono a star ferme più di cinque minuti. Sono instabili e mutanti, e cedono presto  alla lussuria della glossa, alla libidine del codicillo e della variatio. Avendo cattivo gusto,  la teratologia è quella che ne spaccia irresistibilmente la virtù: vanno in fregola per il kitsch, il caos, la babele. Sono demagogiche e commoventi. Credono alle loro bugie: ed è lecito immaginare che le inventino proprio per questo. 

 

Più che pensare, le Idee parlano, parlano, parlano: si sprecano in spiegazioni, si stremano in teorie come Penelope sulla tela. Amano l’acqua calda perché, come l’America, disposta a farsi scoprire spesso. Credono di ricordare proprio ciò che stanno dimenticando. Credono nei fini e nelle cause. Sono quindi avvocatesche: dimostrano meglio di Gorgia, e più gratis di Taormina, l’esistenza e l’inesistenza di qualunque cosa.  Anche, va da sé, di se stesse.

 

Le Idee preferiscono la critica all’arte, il saggio al sonetto, le coreografiche campagne elettorali alle noie del governo, il serio al faceto, il logos al topos, il cane al gatto, la prosa al verso, il significato al significante, lo spirito al corpo. - Va anche detto che, come un sicario al mandante, sono segretamente e infallibilmente funzionali a qualcos’altro, che resta però innominato… E poi viaggiano! Diffondendosi, soprattutto le peggiori (legge della moneta di Gresham!), da una bocca a mille orecchie e così via: come le calunnie di Rossini!...

 

Utili  per un seggio in Senato o un Nobel a piacere nell’ambito politico-umanistico, sono pessime per altre cose: per lo più, però, clandestine. – Per esempio, se proprio prende il piripicchio di scrivere, occorrerà prima liberarsene del tutto, come della gramigna che infesta l’evangelico orto.

 

Nel caso si scriva, diciamo così, artisticamente, si lascino insomma le Idee “ai magnaccia, ai confusionisti!...” (F. CÉLINE, Intervista A A. Brissaud,  17 ott. 1954), e si rinunci, nella pratica perenne dell’“autopiallatura”, assolutamente “al fattore risposta” (G. BENN, Pietra, Verso, Flauto)!

 

Insomma, come scrive il dottor Čechov, “E’ così chiaro!”... Anche perché, quel poco che cera da pensare se bellè pensato da un pezzo! - E così, i pensieri sulla vanità della vita, sulla nullità e sulla precarietà del mondo visibile, sulla “vanità delle vanità” di Salomone costituivano e costituiscono ancora oggi il gradino superiore e ultimo nel campo del pensiero umano. Il pensatore giunge sino a questo livello e... la macchina si ferma! Non si può andare oltre. Con questo termina l’attività di un cervello normale, cosa naturale e nell’ordine delle cose” (A. ČECHOV, Le luci).

 

Ecco, ora che sai che tutto è stato pensato, dimentica e scrivi!

 

N.B.

Per vedere all’opera addirittura un paio di scrittori pensanti, leggi tutto il primo capitolo del Maestro e Margherita del dottor Bulgakov.

 


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