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luglio 2004

NUMERO 8

Elogio 

degli uccelli

 

G. Leopardi

 


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Ottimismo cosmico nellElogio degli uccelli di Giacomo Leopardi 

 

 

Chi ha le Ali canta

 

 

”Nutre la mente solo ciò che la rallegra” 

(AGOSTINO, Confessioni, XIII)

 

Cip cip!

(Anonimi)

 

“Godi, punto. 

Limperativo non lo leggi in un testo occasionale o almeno poco noto: è il finale del Sabato del villaggio. - C’è un qualche punto tra le diecimila pagine di Leopardi che smentisca questo? - La faccenda non è metafisica ma pratica, e Leopardi ci teneva ad essere riconosciuto proprio come un “filosofo pratico: e cioè un uomo che applica il proprio genio per dare a sé stesso e al mondo più bellezza e piacere possibili.

Ovvero: fosse questo anche il peggiore dei mondi, la felicità è un dovere, il solo vero che abbiamo. Auden lo scriverà proprio così.

 

Leggendo lElogio  degli uccelli, può allora venire in mente un’idea di Kafka che leggi per esempio negli aforismi di Zürau: che in realtà dal paradiso non siamo stati mai scacciati, e che la condanna sia stata renderci ciechi all’Eden che ci circonda sempre. 

Allora, spiando gli uccelli, si ricerca il filo d’oro perduto, la strada della felicità possibile, che è fatta di movimento e di canto, di libertà e di salute.

 

Le immagini di questo numero sono di fc

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