NUMERO 7

Fondamenta degli incurabili di Iosif Brodskij

 

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Iosif Brodskij 

tradotto da F. Gabbrielli


 

Brodskij

 

Дни расплетают тряпочку, сотканную Тобою.[1]

Она скукоживается [2] на глазах, под рукою.

Зеленая нитка, следом за голубою,

становится серой, коричневой, никакою. 

Уж и краешек вроде виден того батиста.[3]

Ни один живописец не напишет конец аллеи.

Знать, от стирки платье невесты быстрей садится

да и тело не делается белее.

То ли сыр пересох, то ли дыханье сперло.[4]

Либо: птица в профиль ворона, а сердцем — кенарь.

Но простая лиса, перегрызая горло,

не разбирает, где кровь, где тенор.

 

 

 

[1] Тряпочка, cencio, straccetto, abituccio; сотканную, tessuto. Porfirio, commentando un passo dell’Odissea, scrive che le Ninfe tessono (yphàinusin) le membra, manti purpurei, su telai di pietra, le ossa, per le anime dei nascituri. (De Antro Nympharum).

[2]  Incrocio di скукожиться, rannicchiarsi, restringersi (ma la radice è скука, noia) e жить, vivere.   

[3] La stessa immagine in J. Donne (Satira 4, 30-34)

[4] Allusione alla favola della volpe e il corvo - solo che qui la volpe è простая, semplice, nella sua naturale ferocia, mentre il corvo-canarino è comunque spacciato, canti o no.

 

Disfano, i giorni, il cencio da Te fatto:

Si stringe a vista d’occhio, sotto mano.

La verde trama è presto diventata

Celeste, grigia, e poi marrone, stinta.

E ai bordi è lisa, come di batista.

Mai i pittori descrivono la fine

Del viale. A quanto pare si ritira,

A lavarlo, il vestito della sposa,

E anche il corpo non si fa più bianco.

Sia che secchi il formaggio, o manchi il fiato. 

Ossia: l’uccello è un corvo, di profilo,

Ma in cuore è un canarino. E’ che la volpe,

Quando l’azzanna, semplice, alla gola,

Non sta a badare se è sangue o tenore.

 

Per un confronto, riportiamo la traduzione di G. Buttafava (I. BRODSKIJ, Poesie, Adelphi 1986):

 

I giorni disfano l'abitino che Tu hai tessuto.

A vista d'occhio si dipana, a un filo verde

succede un filo azzurro, e poi diventa bruno,

e grigio, e inesistente. Si intravvede

qualcosa ormai, un orlo di batista.

Nessun paesaggista la fine del viale

potrà dipingere. Si ritira presto

l'abito della promessa sposa, lavandolo,

e il corpo non diventa mai più bianco.

Si è seccato il formaggio o il fiato manca.

Ossia: l'uccello,se di profilo è un corvo,di cuore

è canarino. Ma la volpe, quando addenta

la gola, non distingue il sangue dal tenore.


VIII e ultima delle Strofe veneziane (2)

 

Я пишу эти строки, сидя на белом стуле

под открытым небомб зимной, в одном

пиджаке, поддав, раздвигая скулы

фразами на родном,

Стинет кофе, Плещет лагуна, сотней

мелких бликов тусклый зрачок казня

за стремленье запомнить этот пейзаж, способный

обойтись без меня. 

 1982

 

 

Questi versi li scrivo mentre siedo

d’inverno, in sola giacca, all’aria aperta,

sbronzo, e facendo smorfie con gli zigomi

alle native frasi. [1]

Fredda il caffé. Sciaborda la laguna, 

tormentando coi suoi cento riverberi

la pupilla fiaccata dallo sforzo

di filmare un paesaggio che può fare

anche a meno di me.

[1] Come il bambino alle elementari, l’esule fa sforzo a scrivere la natia lingua. 

 

Ed ecco la traduzione di G. Buttafava (I. BRODSKIJ, Poesie, Adelphi 1986):

 

Io scrivo questi versi, seduto su una sedia bianca,

a cielo aperto, d'inverno, in giacca,

ebbro, e pronuncio frasi che allargano gli zigomi

nella lingua che è mia.

E intanto nella tazza si raffredda il caffè.

Sciaborda la laguna e tormenta con cento minimi sprazzi

lo sguardo intorbidito dall'ansia di fissare questo paesaggio

capace di fare a meno di me.

 


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