"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 7, maggio 2004

 


"Fondamenta degli Incurabili" di Iosif Brodskij

 

 

10.  Americana

 

 

 


Poetry makes nothing happen

(W. H. AUDEN, cit. in Fuga da Bisanzio)

 

A certi uomini la tigna dell'oblio

il senno corrompe

(I. BRODSKIJ, Farfalla)

 

 

Forse soprattutto negli ultimi saggi di Brodskij c'è un'oscillazione -ma guarda un po' - tra il Nulla e il Senso.

Anche Fondamenta degli incurabili può essere letto come un viaggio nell'accettazione - nebbia, acqua, specchi, calli - della propria provvisaria insensatezza leggerissima. E questo stoicamente, senza lacrime se non per la bellezza. Su questo lato, vedi tutte le pagine di Brodskij sulla solitudine, sul poeta strumento anonimo del linguaggio, sulla forza del male, sull'amore che non richiede di essere corrisposto.

 

Dall'altra, ogni tanto può sembrare il Robin Williams dell'Attimo fuggente! - Quando si dichiara per la poesia taumaturga e vaccinatrice, cornucopia di civiltà e di democrazia illuminata (Dolore e ragione), la sola luce capace di insegnare a discernere demiurghi da demagoghi (Fuga da Bisanzio). Interessante che, mentre nel Canto del Pendolo critica Tolstoj come scrittore caduto nelle trappole enfatiche del Significato, in Profilo di Clio scriva che è la ricerca del significato a costituire molto spesso il succo della carriera di uno scrittore.

Ecco un punto dove i due estremi del pendolo provano a coesistere:

 

“Se mai un poeta ha un obbligo verso la società, è quello di scrivere bene. Essendo in minoranza, non ha altra scelta. Venendo meno a questo dovere, scivola nell’oblio. La società, d’altra parte, non ha alcun obbligo verso il poeta. La società, maggioranza per definizione, presume di avere altre opzioni che non leggere versi, per quanto ben scritti. Ma se trascura di leggere versi rischia di scivolare a quel livello di eloquio al quale una società diventa facile preda di un demagogo o di un tiranno. Questo è, per la società, l’equivalente dell’oblio: un tiranno, naturalmente, può tentare di salvare i propri sudditi da questo pericolo con qualche spettacolare bagno di sangue.” (Fuga da Bisanzio). 

 

Ma davvero “se scegliessimo i nostri governanti sulla base della loro esperienza di lettori, e non sulla base dei loro programmi politici, ci sarebbe meno sofferenza sulla terra” (Profilo di Clio)? Come dire che il bibliofilo Dell'Utri sarebbe un primo ministro migliore di Berlusconi? -  Ma, a parte queste  stupidaggini... e il verso dell'amato Auden che abbiamo messo lassù, all'inizio?


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