"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 5 ottobre 2003

 

 


Interviste impossibili  di Giorgio Manganelli

 

 

11.  Autoritratto dell'artista stolto


Andando dai suoi morti, è certo che Manganelli si sottopone a “un viaggio singolare, insieme ipotetico e arduo” (Tutankhamon)…

Il primo errore è partire sapendo troppe cose, sapienza di cui i morti subito lo puniranno: “suppongo che lei sappia molte cose inutili” (Fedro).

Poco prima di incontrarlo, una fantastica Quartina annuncia a Nostradamus l’arrivo del “tapiro elettrico”… Alla profezia esatta, segue quanto basta nella descrizione del Nostro: “tu hai gli occhiali, sei ovviamente stolto…”

Esempi di autoritratto come autodileggio, li trovi soprattutto nell’intervista a Fregoli: “In quel registro lei potrebbe essere annotato non già col suo nome, ma come un signore grasso, nasuto, con una pronuncia strascicata, una faccia ridicola, una cerimoniosità patologica… perché naturalmente lei è un villano. Lo dimostra il modo in cui mi fa le domande.”

Autoritratti buffi e grotteschi, di mordace masochismo, costellano i libri di Manganelli: dalla confessione della propria grassezza negli Improvvisi per macchina da scrivere, a quello nascosto nel ritratto di Samuel Johnson: “dal gran corpo impacciato, incredibilmente miope, sordastro, linfatico…” (G. MANGANELLI, Vita di Samuel Johnson, a cura di V. Papetti, Edizioni di Storia e Letteratura, 2002).


 

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