"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 5, ottobre 2003

Interviste impossibili  di Giorgio Manganelli - Figure  

 

        

Orientarsi

 

“Diamo per pacifico che l’Oriente sia indifferente alla storia, riluttante alle sperimentazioni, che la sua idea di sviluppo e progresso non sia commensurabile alla nostra; lo metteremo dunque nella prima elementare, nella prime delle nostre elementari? No, l’Oriente per chi non sia proprio così compattamente moderno, non è questo; è una oscura intensa congerie di immagini, di messaggi, indizi e segnali”; “L’Oriente è una provocazione: è la nostra angoscia, il nostro sogno che «compensa», come  dicono gli psicanalisti, il discorso estroverso e colto del nostro io. L’Oriente è anche il nostro suicidio, ma a mio avviso è del tutto sano e onesto coltivare con diligenza il nostro minuscolo suicidio. Ci ridimensiona.” 

(L’infinita trama di Allah).

Facile intuire che un Bush, et similia, non capirebbero una parola. Ma Bush non cerca il Corano, né la poesia di Gialâl ad-Dîn Rûmî, né i detti di Rabi’a, né il tappeto sconfinato delle “Mille e una notte”, né la mistica di Al-Ghazali,: tutte cose che rischierebbero di rendere più imbarazzante un bombardamento. 

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