"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 5, ottobre 2003

Interviste impossibili  di Giorgio Manganelli - Figure  

 

Traduttore

        

 

Dalla fine degli anni Cinquanta ai primi anni Sessanta Manganelli, quasi sempre in compagnia di Alfredo Giuliani, frequentava il salotto di Salvatore Rosati che era stato mio professore di Americano a Roma, e poi si era trasferito all’Orientale di Napoli. Da Rosati, ogni domenica pomeriggio si bevevo Martini o whisky: “Un dito in orizzontale o in verticale?” – ricorda Alfredo Giuliani – e si chiacchierava con inglesi o americani o irlandesi di passaggio, con qualche jazzista, qualche pittrice, amanti del Belli e di Norman Douglas, diversi traduttori che si gettavano sull’OED del padrone di casa, illustre traduttore anche lui. Giuliani traduceva di Eliot, Saggi sulla poesia e sui poeti (Bompiani, 1959) e in collaborazione con altri Poesie di Joyce (Mondatori, 1961); Manganelli i racconti di O’ Henry, Memorie di un cane giallo (Feltrinelli, 1962). Una volta arrivň con un ritaglio di un giornale inglese della striscia di Bristow, l’impiegato oblomoviano che parla con il piccione sul davanzale, con la donna delle pulizie e mai mette mano alle pratiche giacenti. Era deliziato da quell’eroe di dolce pinguedine e malinconica abulia.

(V. PAPETTI, Manganelli anglomane, non anglista, introduzione al I vol. di G. MANGANELLI, Incorporei Felini, Edizioni di Storia e Letteratura, 2002).

 

         

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