"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile  2003

Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. MozartFigure  

 

7. Giuseppe II Imperator Optimus

 


Il grande imperatore, suonava la viola, il violoncello e il cembalo, e cantava discretamente. Per di più, comandava da una capitale, Vienna, in cui la rappresentazione di un’opera rappresentava un affare di Stato. Allo stesso tempo, sapeva essere all’occorrenza sufficientemente spiccio e drastico. Quando scoppiò la guerra col Turco, nel 1783, ordinò al direttore dei teatri Orsini Rosenberg:

“Se i cantanti italiani insistono a voler essere pagati anche un solo ducato più di quanto pattuito nei contratti, lasci pure che se ne vadano. Questa è la mia ultima parola. Non vogliamo aumentare oltre misura gli stipendi di gente pagata per canterellare, specialmente in un momento in cui la situazione politica è incerta. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Stiamo forse andando verso un frangente in cui cento granatieri saranno un migliore investimento che tre comici da pagare allo stesso prezzo.”

 

Un comico, dunque, costava circa 33, 3 granatieri. Quando poi la guerra con i turchi si fece davvero complicata (luglio 1788), l’Imperatore ordinò:

“Credo che sia giunto il momento di rinunciare all’opera per l’anno prossimo, sciogliendo tutti i contratti con le persone che si trovano a Vienna ed evitando  di far venire altri da fuori.”  (traduzioni di A.Lanapoppi)

 


 

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