"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile  2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

Per Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart:

 


 

 

30. Il "cielo" di Ernest Lubitsch

 

 


 

Certo che "Il cielo può attendere"!

Il signor Henry Van Cleve (lo squisitissimo Don Ameche) è il dongiovanni più amabile, più contagioso e più disarmante. E' lui la quadratura del cerchio: un donnaiolo tenero ed elegante che nondimeno adora una moglie che lo adora. Qualcosa del genere tornerà solo in "Fanny e Alexander", nello strabordante zio Gustav Adolph...  

 

Ma torniamo all'etereo amorale Lubitsch: la dichiarazione d'amore con cui in un lampo il giovane Henry ruba Gene Tierney al cugino ampolloso è il solo contraltare numinoso che si possa opporre alla torva seduzione del Riccardo di Shakespeare... Altro che l'irrisolto Truffaut: è questo l'uomo che amava le donne!... E Lubitsch vince tutte le scommesse che il rapido Mozart evita: il suo dongiovanni vive mica una notte di finali bagordi, ma nel tempo: si fidanza, si sposa, lavora, fa un figlio, invecchia, e muore beato nel suo letto... - Un film per Kierkegaard: che qui avrebbe inutilmente aspettato il Nostro precipitare dalla vita "estetica" nell'angoscia, nella malattia mortale, nel vuoto e in tutto il resto di cui ci avverte nei suoi libri conturbanti. Invece che sprofondare nel nulla con i terrori borghesucci e nichilisti d'un Ivan Ilic, Henry Van Cleve  estasia l'istante estremo nella contemplazione dell'ultima infermiera... Altro che timori e tremori: con quale impagabile grazia quest'innocente accetta da un Belzebù in marsina la condanna ai piani inferi!...

(Il film s'intitola
"Il cielo può attendere", e il perché lo sa solo chi conosca la faccenda del finale tagliato da una Hollywood al solito ammiccante ma pruriginosa. - Questo aveva previsto e girato Lubitsch: il dongiovanni, salvato inopinatamente dall'inferno dall'intercessione amorosa della santa moglie, che come la Beatrice dantesca lo aspetta in Cielo, s'incammina verso le empireee sfere su una scalinata a metà tra la visione del profeta Elia e il musical... giusto in quel momento, scende una bionda di sfavillante volgarità: il dongiovanni guarda la flessuosa come Baudelaire la sua mitica passante e, cambiando di colpo direzione per seguirla, sussurra appunto "Heaven can wait"... )

 

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