"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 4, aprile  2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. 

Proviamo a segnalarne qualcuna

 

 

Per Don Giovanni di Lorenzo Da Ponte e W. A. Mozart:


 

 

11. Goethe (& Kierkegaard)

 

Ovvero: un Faust di meno

 

 

 

 

12 febbraio 1829. 

Eckermann e Goethe parlano del Faust. Che bello sarebbe se un giorno un grande musicista ne facesse un’opera!, disse Eckermann: “E’ assolutamente impossibile. Dovrebbe contenere il ributtante, il ripugnante, lo spaventoso, ed essi sono contrari al nostro tempo. La musica dovrebbe essere del carattere del Don Giovanni. Solo Mozart avrebbe potuto comporre il Faust.”

 

E sia, ma… su questa supposta fratellanza tra i due se ne son dette troppe, no?… i romantici ci hanno provato in tutti i modi a contaminare Don Giovanni, ad ammalare di pensiero la sua “incarnazione della carne” (Kierkegaard)… ma Don Giovanni non pensa, e non gli manca.

 

Ancora: “Ascoltate come la musica racconta la sua vita: come il lampo dall’oscura nube temporalesca, così egli guizza dalla profonda serietà della vita… ascoltate il silenzio dell’attimo”: ecco, “l’attimo” famoso, che tra i due scava l’abisso… Faust, si sa, darebbe tutto per un attimo a cui valga la pensa dire “fermati, sei bello!”, che è quanto Natura concede a Don Giovanni incessantemente.

Per Don Giovanni, ogni attimo è talmente bello, da cancellare ogni altro tempo! Estasi perenne, mistica del presente che tutto il resto dimentica! Ecco il peccato di Don Giovanni, aver trovato in terra il paradiso.

 

(E infatti solo da fuori, dal cimitero, dall’inferno, può sbucare il Tempo a sfilargli da sotto i piedi il tappeto fiorito della vita: questa – sempre Kierkegaard! - è l’ironia atroce della sua storia: “l’apparizione del commendatore è una enorme ironia”, essendo  l’ironia “la correzione della vita immediata”).

 


 

 

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