"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo  2003

"Racconti di Kafka - Figure  

Madame Berta Fanta


 

Franz Kafka appena laureato

Negli anni dell’università, Kafka frequentava spesso un gruppo di studenti e di liberi docenti di filosofia al Caffè Louvre. Il loro astro era Franz Brentano. A questi si aggiunse a un certo punto Berta Fanta, moglie del farmacista Fanta, proprietario dell’antica farmacia “Al Liocorno”, tra le prime donne a Praga ad ottenere il permesso di iscriversi all’università. Leggiamo di lei in Wagenbach: “svolse da allora un’attività straordinaria, tenne delle conferenze sui suoi viaggi, su problemi filosofici e letterari nei più svariati circoli di Praga e organizzò riunioni regolari a casa sua, che divenne a poco a poco una dependance del Gruppo del Louvre. Kafka frequentò quasi regolarmente queste riunioni” (Kafka. Biografia della giovinezza)  – Per la festa di capodannno del 1906, scrisse col suo amico Oskar Pollak addirittura una commedia.

La cosa più succosa che ci dà Wagenbach è proprio la descrizione della signora Fanta: “infinitamente candida, romantica e malinconica, interessata solo agli ultimi principi etici della vita. Il carattere severo di questa signora, tendente all’assoluto con ferma autodisciplina, fece grande impressione a Kafka.”


 

Questa invece è la voce di un testimone del matematico Gerhard Kowalewsky:

“A casa c’era la signora Berta Fanta che, come faceva a suo tempo Madame de Staël, riuniva intorno a sé una cerchia di intellettuali. Si leggeva insieme Hegel o Fichte, mentre il filosofo Hugo Bergmann fungeva da interprete.”

Tra gi ospiti, oltre a Kafka e ai suoi brillanti amici Max Brod, Felix Weltsch e Oskar Pollak spicca per noi posteri il nome di Albert Einstein, che allora insegnava a Praga. L’ambiente era infatti tutt’altro che asfitticamente letterario: si discuteva di psicoanalisi, forze ahrimaniche, Kant, teoria dei quanti, teoria della relatività, numeri infiniti di Kantor. .. è probabile che Kafka, poco dotato per tutti i numeri tranne che per lo zero e l’infinito, ogni tanto si distraesse.

Ecco infine un assaggio, del 1912, del diario di Madame Berta Fanta: “L’alito dell’eterna aspirazione rinfresca le tempie ardenti, immutabile è l’oscuro interrogativo del significato, celando con la sua grandezza le piccole pene quotidiane della vita.”

Berta Fanta, sposata con un farmacista convertito all’Islam, passò per tutte le mode del suo tempo: Nietzsche, filosofia indiana, spiritismo, teosofia, quest’ultima proprio da Kafka definita niente di più di un “surrogato della letteratura.”

Anche se si estraniò abbastanza presto dagli ambienti letterari di Praga, Kafka continuò a lungo a frequentare la casa di Berta Fanta.

 

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