"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. Proviamo a segnalarne qualcuna

 

 

Per i racconti di Kafka:

 

 

7. Max Brod

 

 

E. Boullée, Progetto per il cenotafio di Newton

 

“Lo vedo ancora come lo vidi la prima volta, un giovane ventenne, piccolo, esile e di un’infinita modestia… egli parla di musica, degli artisti cechi, di Smetana e Janacek che egli scoprì per il mondo, sempre però degli altri, mai di sé e dei Lieder e delle sonate da lui composte. Gli domandano della sua opera e per tutta risposta egli loda un certo Franz Kafka, totalmente sconosciuto, come il vero maestro della nuova prosa e psicologia.”

S. ZWEIG, Max Brod, “Witiko”, 1929.

 

Se Kafka c’è, è perché Max Brod, amico fedele e scrittore  “che riusciva a dare un tocco kitsch a qualsiasi cosa” (R. Calasso, K), ha disobbedito ai suoi due testamenti. Pubblicando, invece di bruciare, tutto, scrivendo una biografia di Kafka e facendone il protagonista di un suo romanzo, Il regno incantato dell’amore, che Kundera fa a pezzi.

 

“Brod era un intellettuale brillante, dotato di una straordinaria energia, un uomo generoso, pronto a battersi per gli altri; il suo affetto per Kafka era sincero e disinteressato. Quel che non va in lui è soltanto il suo orientamento artistico: uomo di idee, ignorava la passione per la forma; i suoi romanzi (una ventina) sono desolantemente convenzionali; e, quel che è peggio, non capiva nulla di arte moderna.

“Come mai, allora kafka gli voleva tanto bene? Ma chi potrebbe voler bene al suo miglior amico solo perché ha la mania di scrivere brutti versi?”

(…)

“Ma può un santo essere un frequentatore di bordelli? Brod ha pubblicato i diari di Kafka censurandoli un pochettino: ha eliminato non soltanto ogni accenno alle puttane, ma tutto quanto riguardava la sessualità. La kafkologia ha sempre espresso dubbi sulla virilità del suo autore e disserta con grande compiacimento sul martirio della sua impotenza. Perciò Kafka è ormai diventato il santo protettore dei nevrotici, dei depressi, degli anoressici, dei malaticci e degli svitati, nonché il patrono delle preziose ridicole e degli isterici (nel film di Orson Welles, K. urla istericamente, mentre i romanzi di Kafka sono in realtà i meno isterici dell’intera storia della letteratura)” (M. KUNDERA, I testamenti traditi).

 

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