"Il Compagno segreto" - Lunario letterario. Numero 3, marzo 2003


Ogni scrittore, come ogni persona, ha le sue stelle d’orientamento, e a sua volta è stella (danzante?) per altri. Proviamo a segnalarne qualcuna

 

 

Per i racconti di Kafka:

 

 

22. Ceronetti

 

La prima Kafka City

 

 

Ma l’angolo sordido per elezione, da cui può partire ogni riflessione di metafisica kafkiana, ha nome ghetto, specificamente il ghetto di Praga, su cui fu buttata calce viva già nel 1903. Kafka non ci nacque né ci abitò mai, gli era ben dentro però, come mi pare disse una volta a Gustav Janouch. E di lì si diramano tutte le Kafka Cities del mondo esterno e dei mondi interiori, per ritornare, forse, a quel cuore battente di celato. Per il rapporto ombelicale di Kafka con la Praga tedesca ed ebraica va visto anche un altro recente libro dell’Adelphi, Di qua passa Kafka, del suo contemporaneo e amico Johannes Urdizil che nel suo proprio ambiente fisico e intellettuale lo rievoca e lo illumina. Lastre di Lanterna Magica… (Sono da vedere specialmente gli ultimi tre capitoli, a partire dai funerali di Franz, 11 giugno 1924).

Una primitiva Città di Kafka ante litteram la scoprì il patriarca Giacobbe, la cronaca dell’evento è in Genesi 28. Allora, illo tempore, il ghetto di Praga era ancora nascosto nel Reclusorio del Lume degli 

archetipi, e Giacobbe errava nel Negev, da Beersheba verso Harran, da sposo predestinato di Lea e Rachele. A notte, cerca un posto per dormire e non trova niente di più comodo che un pietrone, per posarci la testa vigorosa.

Qui fa un sogno e vede la famosa Scala, si sveglia e quel luogo anonimo, qualunque, e tutto sassi, eccolo cambiato ai suoi occhi: “Fa paura questo luogo! Alto non è che la casa di Elohim e la Porta del Cielo!”. Ma dov’è la casa? Dov’è questa porta? La pietra che ha fatto da cuscino diventa un bétilo, diventa Beth-El (casa di Dio, o Casa di El), viene collocata diritta come un lingam e lo strano viandante la consacra con un unguento.

Quel luogo era un puro non-senso, la distesa di pietre e polvere andava prima e dopo all’infinito, ma dava visioni, conteneva un enigma, una sacralità sconosciuta.

La prima di innumerevoli Città di Kafka del futuro era trovata.

 

Da: G. Ceronetti, Ma ciascuno ha la sua Kafka-City, “La Repubblica”, 27 febbraio 2003

 

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